Dislessia: osserviamo una lettura molto lenta e/o con errori. Questo è un disturbo nell’automatizzazione funzionale dell’abilità di lettura decifrativa (lettura di testi o parole ad alta voce). Tale mancata automatizzazione si può osservare sia in una eccessiva lentezza nella lettura, che in un abbondante numero di errori di lettura (di natura visiva, fonologica o lessicale) (Vio, Tressoldi e Lo Presti, 2011).

Che cos’è la dislessia?

E’ un disturbo specifico della lettura, ma possiamo anche definirla come caratteristica dell’apprendimento o neurodivesità. Riguarda solo la capacità di lettura, e dunque non vi sono difficoltà nel parlare, nei movimenti e NON vi sono problemi di intelligenza.

La dislessia è uno dei quattro DSA, ovvero Disturbi Specifici di Apprendimento. Insieme alla dislessia, gli altri DSA sono la Disortografia, la Disgrafia e la Discalculia.

Come si manifesta la dislessia?

Si manifesta con una difficoltà nella lettura accurata e fluente di un testo in termini di velocità e correttezza. Il bambino dislessico legge dunque molto lentamente rispetto ai compagni e commette molti più errori nella lettura. Il tutto con una intelligenza nella norma.

Come si diagnostica la dislessia?

Con una valutazione specialistica, che può essere sia pubblica che privata. Questa valutazione si esegue rispettando precisi criteri diagnostici (ICD-10, ICD-11, DSM5 ma soprattutto i criteri delle Consensus Conference dell’Istituto Superiore di sanità del 2011 e Linee Guida DSA del 2022). I criteri diagnostici per DSA prevedono prima di tutto un colloquio clinico anamnestico, ed osservazione dei quaderni. Poi si verificherà l’ipotesi di dislessia attraverso dei test, ad esempio delle prove di lettura specifiche per la Dislessia. I test, seppure fondamentali, ma rappresentano solamente una minima parte di tutto il processo diagnostico. 

Quanti sono i dislessici in Italia?

Il dato certo è rappresentato da quante diagnosi abbiamo a scuola, nel report del Luglio 2022 del MIUR (Ufficio di Statistica) su oltre 6 milioni di alunni abbiamo 326 mila alunni con diagnosi di DSA (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia), dunque circa il 5,4%. Considerando il paramentro del CENDi (Comitato Epidemiologico Nazionale Dislessia) che solo sulla dislessia indica una percentuale del 3,2%. Con un parametro del 5,4% per tutti e 4 i DSA siamo perfettamente in norma, forse anche sottostimati. Ciò in quanto vi sono delle nette differenze sia territoriali 7,9% nord ovest vs 2,8% mezzogiorno, e sia differenze intraindividuali tra suola primaria 3,% e secondaria 6,3 %. 

Quali sono i termini corretti con cui parlare di dislessia?

Non è una malattia, dunque non si guarisce dalla dislessia e non esistono gli ex-dislessici. Si nasce dislessici, e si studia e lavora con l’utilizzo degli strumenti compensativi o strategie compensative.
Non si parla di ritardo mentale, in quanto il funzionamento intellettivo varia dalla norma in su.

Possiamo definirla Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ma anche, e molto meglio, come Caratteristica dell’apprendimento o Neurodiversità. 

Quali sono le leggi che tutelano il bambino con Dislessia a scuola?

La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. Soprattutto attraverso il DM MIUR n 5669 del 12 Luglio 2011 Linee guida applicative MIUR per DSA.

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Scarica gratuitamente qui “I Principi dei Disturbi Specifici di Apprendimento”

a cura del Dr. Gianluca Lo Presti

8 pensieri su “Dislessia

  1. Buongiorno

    Dr. Gianluca come e cosa dobbiamo fare quando un alunno passa dalle scuole dell’obbligo alle superiori per far si che il problema DSA non vada perduto in quanto ho presentato la documentazione che avevo ma mi dicono che è scaduta in quanto redatta 3 anni fà

    Grazie

  2. Buonasera dott. Gianluca.
    A seguito di una valutazione da parte delle insegnanti di mio figlio (7 anni fine 2 primaria) ci è stata consigliata una valutazione DPI, abbiamo ultimato il percorso di 5 incontri con una psicologa ed ora ci è stato detto che il bambino ha delle difficoltà di letto/scritto non avendo acquisito una giusta automatizzazione. Ora ci viene consigliato di far seguire al bambino un percorso con diversi incontri dove poter potenziare e migliorare questa sua difficoltà, con relazione da consegnare alle insegnanti a Settembre, oppure se vogliamo che venga certificata subito la dislessia e poi rivisto alla fine del IV anno di primaria e comunque proseguire il percorso di rafforzamento. Il mio dubbio è certificarlo subito o lasciare che una relazione redatta da parte di una psicologa possa essere sufficiente per aiutare mio figlio ad avere gli strumenti adatti per lavorare meglio a scuola?

    La ringrazio in anticipo

    1. Dipende dalla scuola. Per legge, per l’aiuto serve la certificazione. Poi c’è il buon senso, in cui basta che la scuola sappia che ha delle difficoltà (anche con relazione semplice) per intervenire.

  3. Mi chiamo Patrizia e sono la mamma di una ragazzina di 11 anni è dislessica discalculica disgrafica ma il problema maggiore e la sua pigrizia e svogliatezza . Quando si impegna riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati. Gentilmente potreste consigliarmi un metodo per coinvolgerla nello studio..? Cordiali saluti e vi ringrazio in anticipo.

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