Se stai leggendo questo articolo, è perché tuo figlio ha una diagnosi di Dislessia o altri DSA. Vuoi sapere come agire nel dettaglio per non avere brutte sorprese. Bene, allora sei nel posto giusto. Qui di seguito troverai 10 passi da seguire che voglio condividere con te. Li abbiamo elaborati con l’esperienza di professionisti con oltre 15 anni di lavoro nel proprio bagaglio. Esperti specializzati in diagnosi e aiuti per bambini DSA, i quali, mese dopo mese, anno dopo anno, si sono rapportati con l’istituzione Scuola e la sua collaborazione.
Dobbiamo fare una premessa. La scuola è tua AMICA, ogni Docente lavora per l’apprendimento di tuo figlio. Se in queste righe rischi di vedere una scuola negativa nei confronti dei DSA, allora ci teniamo a dire che non è così. Non è assolutamente così. Ma è il frutto delle nostre esperienze anche se non sempre positive. Dunque collaborare con i docenti di tuo figlio, porti nei loro confronti sempre in modo rispettoso ed agire in modo educato e’ primo di questi passi. Grazie.
Ma, allo stesso modo dobbiamo sottolineare che se esistono delle normative sui DSA è perché vi sono stati dei diritti negati, motivo per cui sono nate leggi come la Legge 170/10. E tutte queste norme vanno rispettate, come il diritto allo studio degli alunni con Dislessia e DSA. Grazie anche per questo.
Punto 1. Assicurati di avere una diagnosi chiara in mano.
Ciò che ti viene detto a voce da un docente o un professionista non ha nessun valore sul piano amministrativo. Un docente non può e non sa fare diagnosi clinica. Ti può solo suggerire di fare una visita specialistica per tuo figlio. In questo caso approfondisci pure il tutto, così da vedere in modo chiaro la situazione. In tutti gli altri casi, nessun docente potrà mai dirti ”Suo figlio è DSA”, ma semplicemente “Le consiglio una valutazione” e sarai tu a decidere se farla o meno. Ripetiamo: Ciò che ti viene detto a voce non ha MAI nessun valore sul piano legale o amministrativo.
Lo stesso vale anche per i professionisti. “A voce” ti dicono un qualcosa, ma nei fatti della relazione vi è tutt’altro. Ciò che conta è ciò che vi è scritto. In tal senso, ricordiamo a noi stessi che le diagnosi si scrivono nero su bianco. Bisogna rispettare determinati manuali e criteri diagnostici.
Hai diritto al PDP se nella tua diagnosi c’è SCRITTO uno o più dei seguenti codici:
F81.0 “Disturbo specifico della Lettura” o “Dislessia”;
F81.1 “Disturbo specifico della compitazione scritta” o “Disortografia”;
F81.2 “Disturbo specifico del Calcolo” o “Discalculia”.
F81.8 “Altri DSA” che concilia con “Disgrafia”.
Per tutti gli altri codici come F81.9 chiedi lumi al medico a cui ti stai affidando (e che hai pagato, anche se è pubblico si paga con le proprie tasse), evitando di chiedere a degli sconosciuti nei gruppi social che spesso cercheranno la risposta su Google come te).
La vera ed unica diagnosi di tuo figlio è quella SCRITTA nella relazione diagnostica FIRMATA da un professionista abilitato. STOP
Dunque, se hai in mano una diagnosi con F81, ecco come muoverti con la scuola per avere degli aiuti in modo efficace 👇
Punto 2. Si anche la diagnosi di un privato va bene per avere il PDP a scuola.
Come riporta l’Art. 3 della Leg.170/10 “che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti” e come riporta C.M. MIUR B.E.S n8 del 6/3/2013: “Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda – nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/20102 (…)”
In pratica la diagnosi, ad esempio di uno Psicologo iscritto all’Ordine con una propria partita Iva e specializzato nei DSA, ti da DIRITTO ad avere il PDP. Poi la scuola se vuole può anche chiedere la diagnosi certificativa di un ente pubblico o ente accreditato per la diagnosi dei DSA. Enti che, accreditati per la diagnosi dei DSA, vi sono solo in alcune regioni italiane, dunque va bene il privato in attesa del pubblico.
Il Legislatore, già dal 2005, ha previsto che fosse già sufficiente la diagnosi di DSA dello specialista privato al fine di ottenere subito gli strumenti compensativi/dispensativi a scuola perché è risaputo purtroppo che le liste di attesa dell’ente pubblico spesso sono molto lunghe, così da dare subito un aiuto allo studente. Alcuni docenti o impiegati amministrativi della scuola danno questa falsa informazione “serve diagnosi ente pubblico” perché non conoscono la normativa in merito sopra citata, a discapito di tuo figlio DSA.
Punto 3. Fare richiesta di PDP e segnarsi numero di protocollo.
Questa prassi non è indicata in nessuna normativa, ma premesso che, purtroppo, alcune scuole spesso tardano ad elaborare i PDP, oppure neppure arrivano, allora si rende necessario fare richiesta di PDP insieme alla presentazione della diagnosi. Questa può essere scritta in carta semplice, indicando ad esempio
“La sottoscritta.. Genitore dell’Alunno.. richiede il PDP come indicato dalla Legge 170/10 e DM 5669 12/7/2011”.
Segnatevi il numero di protocollo della richiesta. Se il PDP non dovesse arrivate avrete contezza oggettiva di averne fatto richiesta.
Punto 4. Fate pressione per avere il PDP il prima possibile.
Domandate ogni 15/30 giorni quando sarà pronto il PDP.
Ogni giorno che vostro figlio passa a scuola senza aiuti concreti è un giorno in più di bassa autostima, di sconfitte ingiustificate, di apprendimenti mancati e di metodi e concetti non acquisiti.
Punto 5. Quando arriva il PDP leggetelo con CALMA e NON firmatelo subito o nel corridoio.
Se una scuola vi vuole aiutare, vi darà tempo e modo di consultare il PDP con calma, anche facendo visionare il PDP al vostro esperto di fiducia. Se non vi vorrà aiutare allora ve lo farà firmare in fetta e furia in corridoio.
Pretendete senza dubbio alcuno di visionare il PDP con calma. Se dovessero comunicarvi scusanti come: “Il PDP non può uscire dalla scuola”. Ciò è FALSO. Chiedete se esiste una normativa. Vedrete che non vi citeranno nessuna norma in merito in quando non è vero che esiste una normativa che dica che il PDP non possa uscire.
Tutt’altro, in extrema ratio dite loro di togliere pure il logo della scuola ed i nomi dei docenti, e di lasciare solo gli strumenti compensativi/dispensativi che si intente firmare, questi sono gli aiuti con i dati sensibili di vostro figlio. Un documento con i dati di tuo figlio può uscire dalla scuola senza problemi.
Se insistono, non firmate il PDP, rischia di essere solo un foglio di facciata senza aiuti concreti. Se non c’è collaborazione, metteteli alle strette e non firmate a patto di visionare il PDP con calma. Se invece vi è collaborazione, allora anche voi collaborate il più possibile con i Docenti.
Dunque, il PDP va firmato con calma dopo averlo visionato.
Punto 6. Firmate un PDP che sia davvero d’aiuto.
Leggetelo con attenzione, confrontatevi con il clinico che vi segue, ma soprattutto domandatevi:
“A mio figlio quale strumento serve?” e fatelo inserire.
Siate però onesti. Ad esempio la calcolatrice va richiesta solo se il bambino è Discaculico o se ha altri DSA di livello grave per cui è davvero necessario l’utilizzo della calcolatrice. Altrimenti fate un danno allo sviluppo dell’apprendimento di vostro figlio. Per questo serve una diagnosi fatta bene davvero.
Punto 7. Dovete avere una copia del PDP.
Dopo averlo firmato tutti voi, ovvero, genitori, Dirigente e Docenti, dovete avere una copia del PDP in mano.
Qui non si transige. La firma è un atto legale, come quella che mettente nei contratti o negli assegni. E per la legge sulla privacy e trasparenza della pubblica amministrazione dovete avere copia di qualsiasi documento in cui vi è apposta la vostra firma. Ovviamente come abbiamo già detto questi problemi neppure si pongono con una scuola collaborante. Ma è meglio informare per essere pronti ad affrontare tutte le situazioni.
Se si pone la già citata scusante “il PDP non può uscire dalla scuola” ripeto quanto detto sopra: che ciò è FALSO. Chiedete se esiste una normativa. Vedrete che non vi citeranno nessuna norma in merito in quando non è vero che esiste una normativa che dica che il PDP non possa uscire. Tutt’altro, in extrema ratio dite loro di togliere pure il logo della scuola ed i nomi dei docenti, e di lasciare solo gli strumenti compensativi/dispensativi con la vostra firma, questi sono gli aiuti con i dati sensibili di vostro figlio con in pù la vostra firma legale. Ed un documento con i dati di tuo figlio può uscire dalla scuola senza problemi.
Punto 8. Segnatevi i contatti PEC della Dirigenza.
Sembra una cosa scontata, ma 98 genitori su 100 non conoscono la PEC della scuola dei propri figli.
Dunque, segnatevi con attenzione sia la mail PEC del Dirigente, solitamente la trovate nel sito istituzionale, che quella dei docenti di vostro figlio.
Evitate di scrivere su WApp, è un canale ormai troppo informale, mentre invece con le mail si rispettano i tempi di risposta del Docente come è giusto che sia.
Punto 9. Se il PDP viene rispettato.
Non diamo per scontato che il PDP sia semplice da rispettare.
Perché in classe non solo vi sono molti alunni, rendendo difficile la già normale didattica, ma alcuni di questi alunni spesso hanno difficoltà comportamentali o di apprendimento senza nessun tipo di diagnosi, e molti altri ostacoli anche burocratici che ogni giorno il singolo Docente deve affrontare da solo.
Dunque, ogni settimana, verificate se il PDP è stato rispettato ed in che punti, ed inviate una Mail quindicinale ai Docenti per ringraziarli nel dettaglio su dove hanno aiutato vostro figlio. E’ vero che è un loro dovere, ma è anche un nostro compito fargli capire che apprezziamo l’impegno oltre il dovere.
Lo stesso possiamo farlo ogni 2-3 mesi scrivendo al Dirigente comunicando piacevolmente la nostra soddisfazione, indicando anche li nel dettaglio gli aiuti che sono stati rispettati.
Ricordate: la collaborazione è sempre il primo ed unico modo di porsi nei confronti di ogni singolo docente.
Punto 10. Se il PDP non viene rispettato.
Qui ci sono 3 fasi che chiameremo A, B e C.
Fase A. La prima volta che il PDP non viene rispettato è necessario agire subito, con educazione ma senza timore.
Mandate una mail a tutti i docenti interessati ed in più informateli a voce con qualcosa del tipo:
“Salve, ringrazinadoLa del lavoro svolto sino ad oggi, purtroppo X strumento e X strumento a quanto pare non è stato rispettato. Volevo chiedervi:
Quali sono i problemi del perché non è stato concesso (es. uso della mappa concettuale)? Cosa possiamo fare noi come famiglia per aiutarvi nel vostro lavoro?
Ci aspettiamo una risposta o l’applicazione dello strumento già dalle prossime lezioni. Grazie per la collaborazione.”
Se a ciò non ne dovesse conseguire un cambiamento, si passa alla fase successiva.
Fase B. Si scrive alla PEC del Dirigente:
“G.le Dirigente, le scrivo per informarLa che in data XY ho già scritto alla Prof. XY, quanto segue:
(testo di cui sopra inviato al o ai Docenti)
A ciò non ha fatto seguito una risposta o non è stato applicato l’aiuto previsto dalla Lege 170/10 ed indicato nel PDP in data XY come previsto al DM 5669 12/7/2011 MIUR.
Pertanto le chiedo cosa possiamo fare noi come famiglia per aiutarvi oppure di applicare sin dalla prossima lezione l’aiuto concordato tramite PDP da tutti noi firmato a norma di legge.”
Se anche dopo ciò non ne dovesse conseguire un cambiamento, si passa alla fase successiva.
Fase C. Si riscrive al Dirigente tramite PEC ma svolta inserendo per conoscenza (CC) nella PEC anche la PEC dell’ufficio Scolastico Regionale e la PEC dell’ufficio Disabilità e DSA del MIUR.
Con un testo come il seguente:
“G.le Dirigente, come già scritto via PEC in data XY, ovvero: che le scrivo per informarLa che in data XY ho già scritto alla Prof. XY, quanto segue:
(testo di cui sopra inviato al o ai Docenti)
A ciò non ha fatto seguito una risposta o non è stato applicato l’aiuto previsto dalla Lege 170/10 ed indicato nel PDP in data XY come previsto al DM 5669 12/7/2011 MIUR.
Sono qui a scrivervi per la terza volta e chiedervi cosa possiamo fare noi come famiglia per aiutarvi oppure di applicare sin dalla prossima lezione l’aiuto concordato tramite PDP da tutti noi firmato a norma di legge.
Se ciò non dovesse accadere già dalla prossima lezione, o comunque non entro 7 giorni dalla presente, saremo costretti a valutare qualsiasi opzione legale per far rispettare i Diritti concordati tramite il PDP a favore di nostro figlio
Per Conoscenza inviamo questa missiva anche agli organi istituzionali che ci leggono in questa mail.
Con la speranza di un soluzione immediata. Porgiamo i nostri più cordiali saluti”.
Non è detto che poi tutto andrà per il meglio. Ma almeno avremo messo in campo tutti i mezzi per agire in modo corretto ed in pieno spirito collaborativo.
Ma soprattutto ciò NON significa che si agirà in tal senso, ma semplicemente che siete “nel giusto” per “il giusto aiuto” a vostro figlio.
E che spetterà a Voi decidere.
Perchè la Legge 170/10 esiste, ma se non viene applicata nei confronti di un minore, può segnalarlo solo il suo tutore legale, come i suoi Genitori.
Spero che queste informazioni siano utili. Fatene buon uso, e se volete, condividete pure.
Buona fortuna 😊
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