Partiamo dall’osservare il modello che spiega in modo scientifico la Discalculia:
L’incapacità di riconoscere, manipolare, effettuare confronti di grandezza di insiemi, indicata anche come «sensibilità al numero» (Dehaene, 2010), determinerebbe problemi nell’acquisire le procedure di calcolo, nel recuperare dalla memoria risultati di operazioni (ad es., tabelline, i cosiddetti «fatti numerici»), oltre a operare, come detto sopra, in modo elementare con i numeri (ad es., contare per contare, riconoscere a colpo d’occhio la numerosità di piccole quantità di oggetti, ma anche acquisizioni più complesse di procedure, ad es. tecnica del riporto, di concetti ad es., il significato di addizione, sottrazione, divisione, moltiplicazione e di principi matematici come la terna pitagorica).
Inoltre, sappiamo che l’acquisizione di concetti e di leggi matematiche può essere conservata, mentre la capacità di acquisire fatti numerici è compromessa, così come il contrario. Il modello, inoltre, prevede una compromissione di natura ancora diversa che fa riferimento a un disturbo di natura spaziale.
Definizione tecnica: Disturbo Specifico nell’acquisizione dell’automatismo del calcolo e/o dell’elaborazione dei numeri.
In questo video spero di aiutarti a comprendere meglio la Discalculia.
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