“Prendiamo lo zaino” credo che sia la frase che per eccellenza meglio rappresenti l’inizio di uno dei momenti più difficili di un genitore di bambino con Dislessia e DSA.
Infatti basta proferire tale frase che il bambino inizia a dire “Ho fame! Ho sete! Devo andare in bagno!” e se va male dobbiamo pure rincorrerlo sotto il letto, dietro il divano o intorno al tavolo.
Insomma, che cosa accade in casa di un genitore quando studia il pomeriggio con sui figlio con Dislessia?
Fase 1 – Dolce convincimento.
E’ quel momento in cui il genitore cerca di motivare il proprio figlio nell’iniziare a studiare. Con frasi come “Studia e dopo puoi.. andiamo.. così sei libero..”
Fase 2 – Inizia la mamma.
Ebbene si. E’ spesso il genitore che inizia a prendere lo zaino, vedere i compiti per casa (sempre se non deve telefonare a casa di altri genitori per fari dare i compiti non segnati o che non si comprendono).
Fase 3 – Passo dopo passo.
Viene spiegato che cosa fare, ogni pomeriggio, per ogni esercizio.
Fase 4 – Estenuanti ripetizioni.
Avere un DSA, ovvero un Disturbo Specifico dell’Apprendimento significa prima di tutto che nonostante le estenuanti ripetizioni di “qualcosa”, per “qualcosa”, non si memorizza. Per questo si usano mappe concettuali e strumenti compensativi.
Fase 5 – Arriva la sera.
E’ così. Spesso per finire tutti i compiti per casa si fa tardi, si arriva sino a sera.
Come fare dunque per motivare il proprio figlio, sapere quali strategie adottare, quali strumenti compensativi possono essere più idonei, e come far mettere nel PDP, previsto per legge nei DSA, che serve un minore carico di lavoro?
Ho scritto per voi un libro, si intitola “Nostro figlio è dislessico”, è un manuale di autoaiuto per genitori di bambini con dislessia e dsa. Lo trovate qui con video di presentazione (clicca qui).
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