DISLESSIA: che cos’è, diagnosi, e cosa possiamo fare – VIDEO

In cosa consistono i prerequisiti dell’apprendimento?
All’interno dei prerequisiti di apprendimento della lettura e della scrittura troviamo le abilità comunicative e linguistiche, le abilità visuo – motorie, le abilità attentive e le funzioni esecutive.
Prerequisiti: quali sono?
Il miglior modo di spiegare la dislessia ai propri figli è quello di parlare di “FATICA”, evitando così i termini tecnici ma andando alla base della difficoltà percepita da parte del bambino con Dislessia e DSA.
Cos’è la dislessia in parole povere?
La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento, che emerge classicamente all’inizio della scolarizzazione e incide sulla capacità di leggere, e talvolta pure di scrivere, in modo corretto e fluente. Il dislessico, pertanto, è una persona con difficoltà di lettura e, talora, di scrittura.
I “segni” della dislessia: come si manifestano
Abbiamo particolari difficoltà nel leggere ad alta voce; difficoltà nella comprensione del testo; difficoltà nel riconoscere parole con suoni simili; difficoltà nel distinguere i sostantivi dalle preposizioni.
Come funziona la mente di un dislessico?
La dislessia non è una malattia ma una “neurodiversità”. Secondo i ricercatori, il cervello dei dislessici è organizzato in modo un po’ diverso. Per questo, da una parte faticano a leggere, dall’altra, spesso, hanno un QI più alto della media. Ecco quello che la scienza ha scoperto fino a oggi.
Come si aiuta un bambino con Disturbo dell’Apprendimento e dell’Attenzione?
Qui ne abbiamo un esempio: la Pedagogista Diana Giannattasio.
In questo articolo potrai scaricare gratuitamente un piccolo Vademecum sul Potenziamento dei DSA.
Ecco le domande con le relative risposte. In basso potrai scaricare il documento.
CHI PUÒ FARE POTENZIAMENTO DSA?
Diversamente dalla diagnosi dei DSA, nel potenziamento dei DSA non esiste una norma chiara di riferimento. In tal senso solitamente il potenziamento nei DSA è svolto da Psicologhe, Logopediste, Pedagogiste, Educatrici ed Operatori DSA adeguatamente formati nel potenziamento/trattamento dei Disturbi Specifici di Apprendimento
CHE COSA SI INTENDE CON IL TERMINE POTENZIAMENTO?
Potenziare significa incrementare o rendere più efficiente un processo. Ad esempio migliorare la velocità di lettura, oppure diminuire gli errori nell’ortografia o nel calcolo. la parola potenziamento deriva dal termine tecnico trattamento. Negli articoli scientifici troveremo la parola trattamento. Infatti dal punto di vista scientifico e formale lo chiamiamo trattamento, ma più comunemente possiamo definirlo potenziamento, di una o più abilità di apprendimento.
COME SI DIVENTA ESPERTI NEL POTENZIAMENTO DSA?
Anche qui, diversamente da quanto accade nella diagnosi dei DSA, non esiste una normativa specifica di riferimento. Di certo è necessario avere delle competenze di base (psicologia, logopedia, pedagogia, scienze dell’educazione, etc), ma questo non basta. E’ importante frequentare un percorso di formazione pratico che dia un metodo scientifico, strumenti operativi da parte di chi già lavora nell’ambito del potenziamento o trattamento DSA.
QUAL È IL TARIFFARIO PER UN POTENZIAMENTO DSA?
Premessa: nelle professioni con un albo (es. Psicologi) il tariffario minimo e massimo è stato abolito. Dunque è consigliabile eseguire una “ricerca di mercato” sul proprio territorio per capire come orientarsi. In genere i costi sono molto variabili, da cifre più alte nei centri metropolitani, da 45€ ad incontro in su; sino a cifre più basse sotto i 35€ in giù per incontro in centri non metropolitani.
QUALI SONO GLI STRUMENTI PER IL POTENZIAMENTO DSA?
In commercio ci sono tanti strumenti per il potenziamento dei dsa. giochi, schede, cd, software, libri. L’elenco è davvero esteso. Al di là dello strumento in sè, la cosa più importante e’ il tipo di esercizi utilizzati. Questi dovrebbero avere 4 caratteristiche:
All’interno del Vademecum trovi tutte queste risposte con altri due piccoli approfondimenti. Puoi scaricarlo GRATUITAMENTE cliccando in basso su “Scarica QUI”, ti chiediamo solo una cosa in cambio: di condividere questo articolo con i tuoi amici sui social o gruppi WhatsApp 🙂
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Giorno 20 Gennaio 2022 sono state pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità le nuove Linee Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento – Aggiornamento ed integrazioni.
La linea guida esamina numerose questioni inerenti i DSA, aggiornando il quesito sui trattamenti, proponendo degli indici predittivi, integrando con nuove indicazioni sulle diagnosi esistenti ed introducendo altre indicazioni diagnostiche completamente nuove.
Il documento è molto articolato, con oltre 860 pagine, ed in questo video trovi la PRATICA CLINICA delle Nuove Linee Guida.
00:04 Introduzione alle Linee Guida, che cosa sono e di cosa parleremo.
04:26 Indici predittivi -1
07:45Sintesi nella pratica clinica quesito – 1
08:53 Diagnosi comprensione del testo – 2
11:23 Sintesi nella pratica clinica quesito – 2
12:08 Quantità simboliche e non-simboliche nel calcolo -3
15:18 Sintesi nella pratica clinica quesito – 3
15:53 Competenze matematiche nel disturbo del calcolo -4
19:31 Sintesi nella pratica clinica quesito – 4
21:36 Disgrafia – criteri per la diagnosi -5
26:07 Sintesi nella pratica clinica quesito – 5
27:24 Abilità compromesse nei DSA – 6
29:45 Diagnosi nei Bilingui – 7
36:35 Sintesi nella pratica clinica quesito – 7
38:15 Diagnosi DSA Adulti – 8
41:36 Sintesi nella pratica clinica quesito – 8
42:23 Trattamento DSA – 9
47:30 Sintesi nella pratica clinica quesito – 9
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1. Le basi neuropsicologiche dei DSA
2. Il Trattamento della lettura nella Dislessia
3. Il Trattamento dell’ortografia nella Disortografia
4. Elenco strumenti intervento nella Discalculia e Disgrafia
5. Conclusioni Potenziamento DSA
6. Il Potenziamento dei DSA a Distanza
7. Lezione Skype di gruppo: risposte domande, casi e pratica clinica
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1. DSA: aspetti neuropsicologici, clinici ed emotivi
2. Neuroapprendimento
3. Scuola e normativa
4. La famiglia del bambino
5. Il lavoro del Tutor
6. Metodo di studio
7. Lo studio delle discipline orali
8. Lo studio delle discipline scritte
9. Lo studio dell’aritmetica
10. Il Doposcuola specialistico per DSA
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Penso che sia uno dei casi di DSA più gravi mai visti. Tutto inizia un mercoledì pomeriggio. Paolo (nome inventato), 8 anni, sembra un bambino sicuro di sè, forse un pò troppo, ma in realtà è quel meccanismo psicologico in cui esteriormente cerchi di mostrarti l’opposto di quello che stai provando: paura. Si, proprio paura perchè sapeva che da li a poco avrebbe dovuto iniziare a leggere di fronte ad uno sconosciuto.
Inizia sempre così
L’anamnesi inizia come una routine, seppur le risposte siano spesso simili, il quadro si delinea diverso con ogni DSA, e ciò ti serve per capire lo scenario che hai di fronte, quali ipotesi diagnostiche avanzare e quali test scegliere. Nel caso di Paolo, emergono subito enormi difficoltà di linguaggio. Non solo ha iniziato a parlare a 36 mesi, ma lo faceva anche male: emerge un chiaro pregresso Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL).
Con una lettura disastrosa
La lettura. Verifichiamo il livello. Solitamente a quest’età se si hanno difficoltà, la maggior parte dei dislessici leggono sillabando, nelle peggiore delle ipotesi, leggono invertendo pure le lettere simili nella forma (b-d). Raramente accade ad 8 anni ciò che stavamo per osservare.
Ma come è possibile?
La lettura di Paolo è assente. Paolo è però intelligente (test superato brillantemente), vispo, attento ed ha una buona memoria nelle cose che gli interessano. Ma Paolo non legge.
Video1: stessa classe e stesso livello di lettura di Paolo, ma in un altro bambino.
A stento legge qualche lettera “G…g…U…u…A…” e lo si guida a livello uditivo “Proviamo insieme G-U-A-R-D-A“. Nessuno si era accorto delle sue difficoltà. 3 primaria e non leggere. Tranne la madre. Ricordo che ogni caso è diverso. Ogni tanto ci sono genitori assenti, ogni tanto ci sono insegnanti assenti. In questo caso è la seconda opzione. Ma come è possibile che sia accaduto? Va bene, adesso non importa. Prendiamo un bel respiro profondo, lasciamo stare quello che “è stato”, ed iniziamo da oggi, mercoledì. Andiamo avanti.
Andiamo avanti. Puntiamo all’aiuto
La diagnosi è chiara, è un DSA, con Dislessia, Disortografia, e Disgrafia. Il tutto in presenza di un pregresso DSL, ora in fase di remissione (qui per approfondire la Diagnosi di DSA). Sull’etichette diagnostiche si va veloci perché è su altro in cui ora bisogna concentrarsi: l’aiuto. Questo solitamente lo imposto su tre livelli, Metodo di studio a casa, PDP a scuola, e Potenziamento delle abilità. Con Paolo il lavoro è enorme. E lui, come in un lungo viaggio, inizia da un piccolo passo: abbandonando la paura.
Nonostante le difficoltà
“Everyday, everyday, everyday!” (ogni giorno!) è quello che ripetono con forza nei corsi motivazionali, per spingerti a fare ogni giorno lo stesso allenamento per eccellere nel tuo ambito. Ma qui parliamo di un gracile bambino di 8 anno di 3 primaria, che senza fretta ma senza sosta, ha portato con sé per anni il fardello di colui che -Non sa leggere, non sa palare, va male a scuola-. “Everyday, everyday, everyday!” (ogni giorno!) ripetuto con forza ad un bambino di 8 anni di 3 primaria. La domanda non è “se”, ma piuttosto “quanto” ne risente la sua autostima?
Accettiamo la sua caratteristica
Come avevamo detto, Paolo aveva paura, ma è andato via con un sentimento diverso. Paolo per la prima volta, oltre sua madre, ha avuto qualcuno al suo fianco che non gli ha messo “fretta per leggere”, ma gli diceva “Andiamo con i tuoi tempi“. Non ha avuto qualcuno che esigeva una sua impeccabile performance di lettura, ma qualcuno che gli ha detto “Capisco che ti capita di sbagliare, è la tua lettura, e va benissimo così “. E’ bastato questo affinché andasse via con un sentimento diverso. Paolo aveva paura, ma è andato via con coraggio.
Portiamo avanti un duro lavoro
La sua voglia di riscatto, con la fortuna (intervento precoce) d’averlo preso in tempo (8 anni), ha dato il risultato sperato: quello del sui impegno costante negli esercizi di potenziamento da eseguire più volte a settimana. Questi sono cuciti su misura per lui. Come avviene con tutti, e come tutti affrontano al buio dai riflettori. Si, perchè spesso questi riflettori sono puntati solo verso chi prende ottimi voti, recita lunghe poesie a memoria, vince nello sport ed ostenta sicurezza. Se non hai nessuna difficoltà ti serve poco a raggiungere tutto questo. Ma se hai qualche difficoltà di apprendimento l’impegno non basta, devi andare oltre, e puoi farlo solo con il duro e silenzioso lavoro di ogni giorno.
Impegnandoci nel modo giusto
Lo rivedo. E’ giovedì. Entra per primo nello studio. Si siede, apre un libro di scuola e dice “Leggiamo adesso?“. Sono passati sei mesi. Si, proprio lui, Paolo di 8 anni, quasi 9, che frequenta la 3 primaria, e che non leggeva.
C’è da dire che tecnicamente la sua lettura non è ancora partita per bene, è migliorato come vi era da aspettarsi (circa 0,5/6 sill/sec. in 6 mesi di trattamento, al posto di 0,3 sill./sec. in 12 mesi senza trattamento, qui per saperne di più), ma quello che stupisce non è tanto il dato tecnico, quanto la sua sicurezza, e la forza di voler migliorare ancora.
L’apprendimento arriva
L’effetto Butterfly recita che “Il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo“. Quel battito d’ali per Paolo è stato quando ha lasciato il nostro studio carico di coraggio, ed ha provocato un uragano fatto di lavoro ed impegno che lo ha portato a dire alla fine di questo video video:
Video 2: si, questo è “Paolo”. Sua madre mi comunica che alla fine dira:
“GUARDA mamma sto leggendo!”. Fiero. Libero. Felice. Soddisfatto. Sorridente. Perché è cosi che si apprende.
Probabilmente il battito d’ali di una farfalla non può provocare realmente un uragano dall’altra parte del mondo, ma Paolo con le sue parole ed il suo coraggio ha provocato in noi un’emozione dall’altro di questo scherno.
Grazie a tutti per la lettura, se utile invitiamo alla condivisione.
Per chi volesse approfondire qui elenco Webinar e qui sotto un libro per te.
Ps. Rileggi i titoli in neretto di questo articolo, in successione dal primo all’ultimo, ho un messaggio per te.
Libro Nostro figlio è Dislessico – G. Lo Presti – Erickson.
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Se anche tu ti stai chiedendo che computer prendere per tuo figlio con Dislessia, allora questo post ti aiuterà a chiarirti le idee, con alla fine qualche proposta operativa.
Iniziamo dalla premessa più importante al fine di non perdere tempo e/o spendere soldi inutilmente: a cosa serve il computer/tablet nella Dislessia?
Serve per dispensare dalle difficoltà che ha tuo figlio nel “suo” apprendimento e per compensarlo in modalità digitale.
“Aiuto, ma io sono solo un genitore (o tutor/insegnante), come realizzare tutto ciò?”
Ecco cosa fare in pratica
Se tuo figlio è Dislessico, prima di prendere un Pc/tablet, assicurati, che abbia una lettura minimamente adeguata per usare gli strumenti digitali. Solitamente si possono introdurre tali strumenti solo se il bambino ha una lettura superiore alle 2 o 2,5 sillabe al secondo (se hai fatto una buona diagnosi specialistica, chiedi a chi ti ha fatto la diagnosi di indicarti questo valore). Se invece è minore serve ancora lavorare sul poteziamento della lettura, perchè, sempre se minore alle 2 o 2,5 sill/sec spenderai soldi/tempo, senza che ancora tuo figlio possa utilizzare con efficacia gli strumenti che ti sto per indicare.
Acclarata una velocità di lettura adeguata, opta per un computer di almeno 13 pollici, o per un tablet di almeno 10 pollici. Al tablet può essere consigliabile aggiungerli una tastiera esterna. Sicuramente il computer è maggiormente consigliabile se il soggetto frequenta la scuola superiore di secondo grado.
Dopo che hai preso Pc o tablet, e PRIMA di farli usare in modo autonomo dovrai mettere in grado tuo figlio saper usare in modo veloce e con le 10 dita il computer/tablet.
La tastiera è il mezzo di comunicazione tra il bambino ed il pc/tablet. Se questa via non sarà veloce e corretta il risultato sarà lento e scorretto.
Dunque, prima di proseguire, assicurati che siano rispettati i pre-requisiti precedenti:
Sicuramente i programmi più importanti sono: Mappe Concettuali e Sintesi vocale. Non è detto però che quest’ultima gli serva in modo effettivo, dunque potrai provare iniziando con programmi gratuiti, per poi passare solo in un secondo momento a programmi a pagamento, i quali hanno una maggiore qualità e con altre aggiunte nettamente utili ed efficaci che vedrai qui di seguito. Ecco quali sono e dove trovarli (con lo sconto).
Sintesi vocali gratuite: una delle più usate e consigliate è “LeggiXme”, la trovi QUI
Sintesi vocali a pagamento: consiglio senza dubbio “Alfa READER 3”.
Un innovativo software per compensare efficacemente le difficoltà di letto-scrittura in bambini e adulti con dislessia.
ALFa READER 3 è il primo software su chiavetta USB che, rispondendo alle esigenze di bambini, ragazzi e adulti con Disturbi Specifici di Apprendimento, rappresenta uno strumento compensativo fondamentale nella vita di tutti i giorni.
ALFA READER 3 raccoglie in un’unica soluzione:
Un lettore vocale che permette di
Un esclusivo abiente di studio PDF che permette di
Uno strumento di lavoro personalizzabile che permette di
ALFa READER 3 rientra tra gli strumenti compensativi utilizzabili dall’alunno con Disturbi Specifici di Apprendimento, sia nello studio a casa sia durante lo svolgimento di prove a scuola per tutti i livelli d’istruzione (legge 170/2010).
ALFa READER 3 Lo trovi QUI. Se usi il codice sconto GLP16 potrai prenderlo con il 15% di sconto senza pagare le spese di spedizione.
Mappa gratuita: C-MAPS, dove scaricarla+tutorial, QUI.
Programma d’eccellenza per realizzare le mappe, consiglio IperMAPPE 2.
IperMAPPE 2 rappresenta un innovativo metodo di studio, uno strumento che permette di costruire mappe multimediali partendo da contenuti digitali.
iperMAPPE 2 è un potente sistema di rappresentazione grafica e visualizzazione digitale della conoscenza tramite la costruzione di mappe multimediali, generate partendo da contenuti digitali, libri digitali PDF o documenti RTF, grazie a questo programma la mappa per studiare diventa uno strumento dinamico e interattivo in cui si costruiscono e organizzano le proprie conoscenze.
Uno strumento per lo studio individuale
Con iperMAPPE 2 l’alunno potrà costruire:
Uno strumento per la didattica in classe con la Lavagna Interattiva Multimediale
iperMAPPE 2 è anche uno strumento per la costruzione di lezioni multimediali e per una didattica collaborativa e inclusiva in classe attraverso la Lavagna Interattiva Multimediale.
Il programma consente di:
Uno studio organizzato
iperMAPPE 2 consente di organizzare e visualizzare i materiali di studio senza il rischio di ridurre i contenuti. A ogni nodo si possono associare liberamente:
La costruzione delle mappe è semplice e veloce: lo studente mentre studia può creare in maniera autonoma i propri schemi, partendo da libri digitali e utilizzando l’ambiente di studio PDF.
iperMAPPE 2 è un ottimo strumento compensativo per la dislessia e per le difficoltà di apprendimento.
È perfettamente integrato con il lettore vocale ALFa READER: le mappe sono infatti automaticamente leggibili con il lettore vocale e iperMAPPE 2 può essere installato sulla chiavetta USB di ALFa READER, per una maggiore portabilità.
L’utilizzo combinato dei due software moltiplica le funzioni compensative degli strumenti (previste anche dall’art. 5 della Legge 170/2010: «Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico»).
iperMAPPE 2 lo trovi QUI. Se usi il codice sconto GLP16 potrai prenderlo con il 15% di sconto senza pagare le spese di spedizione.
Esiste anche un Tablet con programmi pre-installati, si chiama EdiTouch, specifico per Dislessia e DSA, lo trovi QUI.
Per la realizzazione di questo articolo ringraziamo mamma Sara, la quale, seguendo il Webinar pratico su “Come studiare con mio figlio con Dislessia”, mi ha posto questa domanda, ed ho deciso di rispondere a lei aiutando tutti voi. Infatti è possibile dialogare insieme, vedere quando volete le lezioni sugli strumenti compensativi, studio DSA, strategie educative e molto altro. Il Webinar, con tutti i costi e programma, lo trovi QUI.
Se vuoi approfondire questi argomenti, ho scritto un libro in cui parlo anche degli altri DSA, si chiama “Nostro figlio è Dislessico” (qui) ed. Erickson. Puoi chiamare il numero verde 800 844052, ordinare solo questo libro o tutti questi strumenti con il codice sconto GLP16, con il quale hai diritto al 15% di sconto senza pagare le spese di spedizione.
Quella che viene qui proposta è una funzione poco nota che permette di ‘ascoltare’ in italiano un testo scritto in una lingua straniera, semplicemente “selezionandolo”.
La soluzione è semplice e veloce, una volta installato LeggiXme (qui), occorre una connessione ad internet attiva, ed attivare questa funzionalità di LeggiXme. Leggi Xme è una suite di software gratuiti per Windows a supporto nello studio di alunni e studenti con DSA. In questo progetto sono inclusi vari applicativi che sono una validissima alternativa ai programmi commerciali presenti sul mercato. LeggiXme è stato realizzato da Giuliano Serena e integra molte funzionalità, alcune sconosciute, tra le quali, appunto, la traduzione orale.
Vediamo il Tutorial a cura di Annamaria Sabatini, esperta in tecnologie assistive, strumenti compensativi e strategie didattiche efficaci per disturbi specifici dell’apprendimento.
Verso l’autonomia allo studio dei ragazzi con Dislessia e DSA si stanno facendo passi da gigante. Oggi vi presentiamo una nuova Applicazione di Google, disponibile anche su Pc, che presto rivoluzionerà il modo di prendere appunti. Economicamente non costa nulla, a te, che sia genitore o operatore DSA, ti costa solo 9 minuti e 59 secondi di attenzione a questo tutorial, sei pronta/o a spenderli?
Si tratta di Google Keep, lo trovi sia su Google Play che su App Store, disponibile anche su PC, la funzione più interessante è quella di poter fotografare un testo scolastico, la App ti ricopia il testo in formato digitale, e poi, attivando le funzioni di accessibilità del tuo dispositivo, si attiva una sintesi vocale. Prenditi 10 minuti e segui il tutorial a cura di Annamaria Sabatini, sempre preziosa nelle sue indicazioni.
Vediamo 6 lezioni in cui parliamo di DSA in termini di pura Neuroscienza, didattica del Piano Didattico Personalizzato, atteggiamenti di genitori ed insegnanti, e soprattutto delle Emozioni dei bambini e studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento.
Scopriamo insieme la Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia in modo chiaro secondo gli attuali riferimenti scientifici.
In molti la pensano in modo diverso di fronte i DSA, scopriamo insieme i veri punti di vista. E tu, a quale appartieni?
Il Piano Didattico Personalizzato è lo strumento cardine dei DSA, ed affinché possa essere efficacemente applicato è necessario compilarlo come si deve. Vediamo i punti principali.
Sfatiamo alcuni miti errati sui bambini con Dislessia e DSA
Motivazione e impegno: due variabili spesso sconosciute nei bambini con Dislessia e DSA. Impariamo invece a riconoscerle.
Posa tutti gli appunti ed ascolta questa storia…
con Dr. Lo Presti
-> Metodo di studio nella Dislessia e Strumenti CompensativiDSA (Info)
-> Webinar Potenziamento Dislessia-Disortografia (Info)
Uso molto internet alla ricerca di mappe di questo tipo per mio figlio che frequenta la 4 elementare. Sono molto utili. Però mi resta sempre il dubbio che siano quelle giuste…. Come faccio ad orientarmi tra tutte quelle che trovo?
Mamma di bambino DSA
Cerchiamo di rispondere ad una semplice domanda: quali sono le caratteriste di una mappa concettuale per Dislessia e DSA?
Vediamo qui di seguito le 5 peculiarità che dovrebbe avere una mappa adatta ad uno studente con Disturbi Specifici di Apprendimento.
1- Immagini
Lo studente con Dislessia e DSA, da un punto di vista neuropsicologico, lavora meglio per immagini. Dunque è essenziale sostituire le parole con le immagini maggiormente eloquenti.
2- Poche parole
Inserite solo le parole chiave. Solitamente sono Nomi, Date, Luoghi, Termini specifici di ciò di cui si sta parlando.
3- Un colore per ogni categoria
Un esempio lo troviamo in questa mappa di geografia (in basso), in cui abbiamo la categoria “confini” in nero; la categoria “risorse” in grigio, e cos’ via.
4- Tante immagini di qualità a scuola primaria
Per gli studenti con Dislessia e DSA più piccoli, è preferibile aumentare il numero di immagini o sostituire le stesse con immagini di alta qualità, evitando dunque quelle stilizzate o inserite solo per dare una forma o l’idea del concetto. Dunque, data la loro maggiore difficoltà nel richiamo lessicale, servono immagini ad alto impatto visivo.
5- Ognuno ha il suo stile
Preferite lo stile del singolo bambino o studente. C’è chi apprendere meglio attraverso le immagini e chi con l’uso delle parole; chi predilige iniziare dall’alto verso il basso e chi da sinistra verso destra. Nella creazione della mappa, lasciate dunque spazio alla creatività del bambino con Dislessia, magari non vi stupiranno (oppure si), ma di certo apprenderanno al meglio.
Se cerchi uno strumento gratuito per la costruzione delle mappe, con tutorial, lo trovi qui: C-MAPS
Oppure di eccellente qualità e di avanguardia tecnologica, con funzioni uniche ed introvabili specifiche per Disturbi Specifici di Apprendimento, abbiamo IperMAPPE 2, lo trovi QUI, e con i codice GLP16 lo puoi avere con il 15% di sconto e senza pagare le spese di spedizione.
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-> Webinar Potenziamento Dislessia-Disortografia (Info)
Dalla lettura più lenta, passando per le difficoltà nel ripetere i testi, sino alle cadute emotive e motivazionali. Scopriamo i 9 segnali che spesso possiamo riscontrare nei bambini con Dislessia a scuola.
La lettura ha un suo ben preciso sviluppo. In prima classe primaria, entro Aprile, si impara a leggere, anche se molto lentamente; mentre in classe seconda primaria la lettura è sillabica per le parole poco conosciute, mentre già in terza classe primaria il bambino legge tutte le parole, se non tranne qualche quadrisillaba complessa, la quale la legge sillabando. Ma tutto sommato ha un sufficiente vocabolario con le parole dei testi scolastici, i quali ormai li legge in modo accurato.
Invece, per il bambino con Dislessia, accade qualcosa di diverso: ad Aprile della prima elementare spesso non legge. Nel corso degli anni la sua lettura resta lenta e sillabica rispetto ai compagni, i quali, come detto precedentemente, leggono già molto più spediti.
Il paragone è sempre rispetto ai compagni, che anche in questo caso diminuiscono sensibilmente la qualità ed il numero di errori di anno in anno, cosa che non avviene per il soggetto con Dislessia, il quale commette errori ricorrenti quando legge, nonostante sia stato corretto più volte, anche sulle stesse parole.
Solo qualche parola, spesso “tirata fuori con le pinze”. E’ questo quello che accade con maggior frequenza: quando deve ripetere il contenuto di un testo, anche se glielo abbiamo letto noi, usa una descrizione semplice, breve e povera di contenuti. Ciò accade presumibilmente a causa del fatto che, avendo difficoltà nella lettura, ovviamente legge poco, e leggendo poco “assimila” poche parole. Avendo così un ridotto vocabolario, con il quale non riesce a ripetere in modo efficace. Motivo per cui, secondo DM 5669, 12/7/2011 del Miur, gli studenti con Dislessia devono utilizzare le Mappe Concettuali nelle ripetizioni ed interrogazioni orali, e che lo stesso sia indicato nel PDP (Piano Didattico Personalizzato).
Non in tutti casi, ma nella maggior parte sicuramente si. Qui il discorso è semplice: qual è il “canale” che non “funziona”? Quello della lettura. Dunque se cerca di comprendere attraverso la lettura è ovvio che questa risulterà deficitaria. Allora cosa fare? Più semplice a farsi che a dirsi: usare un altro canale. Il genitore/insegnante/compagno che leggono al posto del bambino dislessico, la visione di un video didattico, etc. Dunque non fategli usare il canale deficitario “lettura” ma piuttosto fategli sfruttare il canale visivo/uditivo. I contenuti sono gli stessi, è il canale con li apprende che cambia. Una soluzione? I 5 passi di metodo di studio nella Dislessia (lo trovi qui).
Ma come può accadere ciò: che i termini scolastici li dobbiamo ripetere per ore, e non li ricorda, mentre ciò che a lui interessa lo ricorda subito? Semplice: noi non abbiamo “la memoria”, ma “le Memorie”. Ovvero memorie diverse per singoli moduli. Nel caso specifico della Dislessia vi sono difficoltà nella memoria Fonologica (apprendere lettere e sillabe) e memoria Lessicale (apprendere le parole), ma non nella memoria Visiva (strategia spesso usata nei soggetti con dislessia), memoria Procedurale, Episodica, etc. Fate però attenzione, ho scritto “difficoltà” e non “Disturbo”, appunto perchè nei soggetti con Dislessia NON abbiamo dei disturbi della memoria, ma semplici difficoltà secondarie. Dunque se vogliamo avere risultati il locus di intervento è la lettura, e NON la memoria.
Come per la memoria, nella Dislessia NON abbiamo un Disturbo del’Attenzione, ed intervenire sull’attenzione, con dati di ricerca alla mano, sarebbe inefficace con notevole perdita di tempo, rispetto ad interventi molto più efficaci (info trattamenti efficaci qui). Caso diverso se abbiamo DUE diagnosi, una di Dislessia ed una di ADHD, tipo Disattento. Ma se abbiamo SOLO Dislessia allora NON abbiamo un Disturbo dell’Attenzione. Allora perchè si distrae e sta poco attento? Premettendo che i soggetti con ADHD tipo disattentivo hanno molte più difficoltà di queste, il bambino con Dislessia se non sta attento, spesso è perchè sente parlare un “linguaggio” che non è il suo, ovvero quello della lettura, del seguire un testo usando la lettura, o di ripetere di un testo che era da apprendere attraverso la lettura. Ovvio che si distragga. Perchè ha poca attenzione? Qui ci aiuta la neuropsicologia: quando ascoltiamo, leggiamo, parliamo etc, il nostro cervello consuma ossigeno e produce anidride carbonica, la quale, ad un certo punto, essendo troppa necessita di essere smaltita, ed abbiamo la stanchezza mentale, ovvero si “spegne” il cervello, appunto per farla smaltire. Mentre noi in media abbiamo una soglia attentiva di circa 45-60 minuti, il bambino con dislessia, consumando molta ma molta più anidride carbonica per le sue difficoltà di lettura, perde la sua attenzione dopo 30, 20 o 10 minuti, a secondo dell’età.
Se in un qualcosa ottengo ciò che desidero, che mi serve o che mi piace, sarò motivato a farlo altrimenti no. Semplice. Cosa ottiene un bambino con Dislessia che va in una scuola e che studia a casa senza i corretti aiuti didattici? Nella maggior parte dei casi ottiene rimproveri e richiami sulle sue prestazioni (nonostante si sia impegnato); e non viene mai lodato o gratificato anche semplicemente per il suo impegno (anche se ha ottenuto voti bassi). Con queste premesse è ovvio che vivrà la scuola e lo studio non solo come un qualcosa in cui la sua motivazione sarà pari allo zero, ma vedrà il tutto anche come un ambiente da cui scappare.
Questa dipende molto anche dell’età e dalla gravità del disturbo. Dall’età perchè più è grande e più è probabile che abbia subito rimproveri eccessivi, note ingiuste, richiami continui, andando così a ledere in modo importante la stima di sè; e più è grave il disturbo e maggiore sarà con molta probabilità il peso che questi richiami negativi avranno su di lui. Considerate l’autostima come un palazzo, il quale è fatto da piani uno sopra l’altro. Un piano è la scuola, uno è lo sport, un altro sono le relazioni sociali, e così via. Se in un piano ottengo un successo questo si andrà a consolidare, viceversa se ottengo degli insuccessi si andrà a sgretolare. Il bambino con Dislessia rischia di avere insuccessi in diversi ambiti, ciò andando a sgretolare la propria autostima al posto di costruirla e consolidarla per la vita futura.
Il bambino con Dislessia di fronte allo stress “compiti-studio-scuola” può reagire in uno di questi tre modi. Aggressivo, nel comportamento o solo in modo verbale; Passivo, che accetta tutto ma senza impegno e dunque senza nessuna volontà di fare qualcosa in autonomia; Evitando la situazione, esempio “Non voglio andare a scuola!“. Poi vi è anche chi vive la propria Dislessia in termini di “sfida” ovvero di voler dimostrare di volercela fare. Ma è davvero una minima parte purtroppo non rappresentativa.
Importante: sono punti generici, per una diagnosi di Dislessia è necessario rivolgersi ad uno Specialista.
E tu, in quali e quante di queste situazioni riconosci tuo figlio, bambino o alunno? Scrivilo nei commenti e condividi questo articolo invitando ad una riflessione collettiva sulla Dislessia e a tutti i suoi aspetti neuropsicologici ed emotivi.
Dr. Gianluca Lo Presti
con Dr. Lo Presti
-> Metodo di studio nella Dislessia e Strumenti CompensativiDSA (Info)
-> Webinar Potenziamento Dislessia-Disortografia (Info)
Da anni lavoriamo per andare oltre alla semplice somministrazione di test, che rischia di materializzarsi in una diagnosi generica, ed infine si rimanda ad un altro operatore il compito dell’intervento. Il tutto in modo del tutto scollegato tra la valutazione effettuata, e l’intervento che poi verrà messo in atto. A nostro avviso il modo migliore è quello di sincronizzare i Percorsi diagnostici con i Protocolli d’intervento. In pratica si interviene sul modulo specifico in cui si è osservato il locus funzionale deficitario. Semplice a parole, molto meno nei fatti, ma i risultati permettono di osservare com ogni soggetto con Dislessia, sulla base del proprio livello di partenza, abbia un percorso chiaro e ben definito. Il quale, se va bene, si ripete; se va male, sappiamo su quale variabile intervenire per migliorare il processo. In entrambi i casi, parliamo di scienza per i DSA, misurabile, reiterabile ed osservabile. Qui di seguito trovate le slide in cui apptofondiamo:
E’ dunque essenziale andare oltre una diagnosi generica, e mettere insieme valutazione, potenziamento e metodo di studio, sulla base del tipo di livello di Dislessia riscontrata.
Se volete approfondire questi temi, abbiamo ideato vari corsi OnLine in cui sarò il vostro docente, sui temi dello studio nella Dislessia e Potenziamento dei DSA; li trovate QUI.
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Ho scritto un libro per voi con tutti i miei consigli, si chiama “Nostro figlio è dislessico”, manuale di autoaiuto per genitori con figli con Dislessia e DSA, lo trovi QUI.
Ti ricordo anche i DUE testi tecnici sulla DIAGNOSI di TUTTI i DSA e Disturbi Evoluti, li trovi QUI.
Se sei un genitore o un operatore DSA e cerchi il modo di aiutare tuo figlio (o i bambini che segui) nello studio pomeridiano, allora queste lezioni sono adatte a te.
Spesso le difficoltà che riscontriamo possono essere di due tipi: quelle incontrate il pomeriggio e quelle che si verificano a scuola. Infatti, se lo studio a scuola fosse fatto in modo adeguato (come ad esempio applicazione completa e precisa del PDP, Leg. 170/10, in classe) a casa il lavoro sarebbe decisamente più semplici. Ma è vero anche l’opposto, ovvero, qualora a scuola abbiamo la piena collaborazione, questa rischia di vanificarsi se il pomeriggio non aiuto il bambino con Dislessia e DSA nel modo corretto.
Va però anche sottolineato che dal lavoro pomeridiano non possiamo pretendere miracoli. Ciò in quanto il bambino affronta lo studio dopo la mattinata di studio e delle attività ludiche o sportive sarebbero l’ideale. Motivo per cui ottimizzare il tempo e la modalità di studio con delle strategie efficaci per Disturbi Specifici di Apprendimento è di certo la via maestra.
In tal senso abbiamo creato un Corso OnLine con la possibilità di rivedere le lezioni e contatto diretto con il Dr. Gianluca Lo Presti, sul Metodo di Studio nella Dislessia e DSA. Lo trovi QUI. In cui imparerai non solo i passi per un buon metodo di studio con tuo figlio dislessico, ma anche gli strumenti compensativi nei DSA, come incentivare la motivazione e strategie educative associate. Il tutto interamente condotto dal Dr. Lo Presti, e lo trovi disponibile ancora per pochi posti, QUI.
Lo stesso Dr. Lo Presti ha preparato per noi queste 7 lezioni GRATUITE qui di seguito in cui parleremo di che cos’è davvero la Dislessia dal punto di vista scientifico, ma anche dei bambini che invertono le lettere, la presa della penna, gli errori ortografici, il PDP a scuola e come compilarlo in modo efficace e parleremo anche di motivazione ed alla fine non perderti una bellissima lezione-intervista su tutti i DSA con materiale pratico, ecco, le trovi qui:
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Approcciarsi in modo scientifico alla Dislessia significa conoscere una vera e propria professione, iniziamo però parlandovi di alcune cose molto frequenti che però non andrebbero fatte ed invece come muoversi in modo alternativo:
Questi e molti altri consigli li vedremo in queste 4 lezioni, gratuite per voi.
Queste qui di seguito sono solamente 1% di quello di quello che potrete apprendere nel nostro Corso ONLINE sul POTENZIAMENTO della DISLESSIA e DISORTOGRAFIA, lo trovi QUI.
𝘾𝙤𝙧𝙨𝙤 𝙊𝙣 𝙇𝙞𝙣𝙚 -> 𝙑𝙖𝙡𝙪𝙩𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙚 𝙏𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙞 7 𝙋𝙧𝙤𝙩𝙤𝙘𝙤𝙡𝙡𝙞 𝙙𝙞 𝙄𝙣𝙩𝙚𝙧𝙫𝙚𝙣𝙩𝙤 𝘿𝙞𝙨𝙡𝙚𝙨𝙨𝙞𝙖 𝙚 𝘿𝙞𝙨𝙤𝙧𝙩𝙤𝙜𝙧𝙖𝙛𝙞𝙖
Una delle caratteristiche più frequenti dei bambini con Dislessia (soprattuto se su base visiva, un approfondimento, qui) concerne l’inversione delle lettere. Se sei un genitore, operatore o insegnante ed hai avuto modo di ascoltare la lettura di un bambino con Dislessia (ovvero con Disturbo Specifici di Apprendimento), ti sarai sicuramente accorta degli errori di inversione di B con D, M con N e molti altri ancora.
In questo articolo, grazie al lavoro di ricerca specifico sulla Dislessia a cura di EasyReading possiamo trovare un confronto tra le lettere usuali (sulla sinistra) e le lettere ad ALTA leggibilità per Dislessia (sulla destra), ecco lo Slideshow:
Un altro metodo, è quello del POTENZIAMENTO della lettura, ovvero con esercizi specifici, e ne parlo in questo video:
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Per capire cosa si prova a leggere con difficoltà in lettura e per far capire lontanamente la frustrazione e l’imbarazzo di leggere il testo di tutti i giorni.
Cosa si prova nel dover affrontare un testo, anche semplicissimo, quando si è dislessici? Cosa succede nella vostra testa? Il designer inglese Daniel Britton ha cercato di simulare questa esperienza con il progetto Dyslexic Typeface. Ha elaborato uno speciale carattere tipografico spezzando, sottraendo e mischiando alcuni dei tratti fondamentali di ogni lettera. I testi scritti con questo font risultano sempre leggibili, ma richiedono molto più tempo per essere compresi e con un sforzo maggiore rispetto alla naturalezza e semplicità dell’atto quotidiano al quale siamo abituati. Provate.