Dalla lettura più lenta, passando per le difficoltà nel ripetere i testi, sino alle cadute emotive e motivazionali. Scopriamo i 9 segnali che spesso possiamo riscontrare nei bambini con Dislessia a scuola.
1. Lettura più lenta rispetto ai compagni.
La lettura ha un suo ben preciso sviluppo. In prima classe primaria, entro Aprile, si impara a leggere, anche se molto lentamente; mentre in classe seconda primaria la lettura è sillabica per le parole poco conosciute, mentre già in terza classe primaria il bambino legge tutte le parole, se non tranne qualche quadrisillaba complessa, la quale la legge sillabando. Ma tutto sommato ha un sufficiente vocabolario con le parole dei testi scolastici, i quali ormai li legge in modo accurato.
Invece, per il bambino con Dislessia, accade qualcosa di diverso: ad Aprile della prima elementare spesso non legge. Nel corso degli anni la sua lettura resta lenta e sillabica rispetto ai compagni, i quali, come detto precedentemente, leggono già molto più spediti.
2. Lettura ricca di errori.
Il paragone è sempre rispetto ai compagni, che anche in questo caso diminuiscono sensibilmente la qualità ed il numero di errori di anno in anno, cosa che non avviene per il soggetto con Dislessia, il quale commette errori ricorrenti quando legge, nonostante sia stato corretto più volte, anche sulle stesse parole.
3. Non riesce a ripetere un testo in modo articolato.
Solo qualche parola, spesso “tirata fuori con le pinze”. E’ questo quello che accade con maggior frequenza: quando deve ripetere il contenuto di un testo, anche se glielo abbiamo letto noi, usa una descrizione semplice, breve e povera di contenuti. Ciò accade presumibilmente a causa del fatto che, avendo difficoltà nella lettura, ovviamente legge poco, e leggendo poco “assimila” poche parole. Avendo così un ridotto vocabolario, con il quale non riesce a ripetere in modo efficace. Motivo per cui, secondo DM 5669, 12/7/2011 del Miur, gli studenti con Dislessia devono utilizzare le Mappe Concettuali nelle ripetizioni ed interrogazioni orali, e che lo stesso sia indicato nel PDP (Piano Didattico Personalizzato).
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4. Non comprende quello che legge
Non in tutti casi, ma nella maggior parte sicuramente si. Qui il discorso è semplice: qual è il “canale” che non “funziona”? Quello della lettura. Dunque se cerca di comprendere attraverso la lettura è ovvio che questa risulterà deficitaria. Allora cosa fare? Più semplice a farsi che a dirsi: usare un altro canale. Il genitore/insegnante/compagno che leggono al posto del bambino dislessico, la visione di un video didattico, etc. Dunque non fategli usare il canale deficitario “lettura” ma piuttosto fategli sfruttare il canale visivo/uditivo. I contenuti sono gli stessi, è il canale con li apprende che cambia. Una soluzione? I 5 passi di metodo di studio nella Dislessia (lo trovi qui).
5. Scarsa memoria nel non ricordare parole e termini specifici (ma ciò che a lui interessa lo ricorda benissimo).
Ma come può accadere ciò: che i termini scolastici li dobbiamo ripetere per ore, e non li ricorda, mentre ciò che a lui interessa lo ricorda subito? Semplice: noi non abbiamo “la memoria”, ma “le Memorie”. Ovvero memorie diverse per singoli moduli. Nel caso specifico della Dislessia vi sono difficoltà nella memoria Fonologica (apprendere lettere e sillabe) e memoria Lessicale (apprendere le parole), ma non nella memoria Visiva (strategia spesso usata nei soggetti con dislessia), memoria Procedurale, Episodica, etc. Fate però attenzione, ho scritto “difficoltà” e non “Disturbo”, appunto perchè nei soggetti con Dislessia NON abbiamo dei disturbi della memoria, ma semplici difficoltà secondarie. Dunque se vogliamo avere risultati il locus di intervento è la lettura, e NON la memoria.
6. Ha una scarsa attenzione (ma non è dis-attento).
Come per la memoria, nella Dislessia NON abbiamo un Disturbo del’Attenzione, ed intervenire sull’attenzione, con dati di ricerca alla mano, sarebbe inefficace con notevole perdita di tempo, rispetto ad interventi molto più efficaci (info trattamenti efficaci qui). Caso diverso se abbiamo DUE diagnosi, una di Dislessia ed una di ADHD, tipo Disattento. Ma se abbiamo SOLO Dislessia allora NON abbiamo un Disturbo dell’Attenzione. Allora perchè si distrae e sta poco attento? Premettendo che i soggetti con ADHD tipo disattentivo hanno molte più difficoltà di queste, il bambino con Dislessia se non sta attento, spesso è perchè sente parlare un “linguaggio” che non è il suo, ovvero quello della lettura, del seguire un testo usando la lettura, o di ripetere di un testo che era da apprendere attraverso la lettura. Ovvio che si distragga. Perchè ha poca attenzione? Qui ci aiuta la neuropsicologia: quando ascoltiamo, leggiamo, parliamo etc, il nostro cervello consuma ossigeno e produce anidride carbonica, la quale, ad un certo punto, essendo troppa necessita di essere smaltita, ed abbiamo la stanchezza mentale, ovvero si “spegne” il cervello, appunto per farla smaltire. Mentre noi in media abbiamo una soglia attentiva di circa 45-60 minuti, il bambino con dislessia, consumando molta ma molta più anidride carbonica per le sue difficoltà di lettura, perde la sua attenzione dopo 30, 20 o 10 minuti, a secondo dell’età.
7. Una motivazione allo studio pressoché assente.
Se in un qualcosa ottengo ciò che desidero, che mi serve o che mi piace, sarò motivato a farlo altrimenti no. Semplice. Cosa ottiene un bambino con Dislessia che va in una scuola e che studia a casa senza i corretti aiuti didattici? Nella maggior parte dei casi ottiene rimproveri e richiami sulle sue prestazioni (nonostante si sia impegnato); e non viene mai lodato o gratificato anche semplicemente per il suo impegno (anche se ha ottenuto voti bassi). Con queste premesse è ovvio che vivrà la scuola e lo studio non solo come un qualcosa in cui la sua motivazione sarà pari allo zero, ma vedrà il tutto anche come un ambiente da cui scappare.
8. Bassa Autostima
Questa dipende molto anche dell’età e dalla gravità del disturbo. Dall’età perchè più è grande e più è probabile che abbia subito rimproveri eccessivi, note ingiuste, richiami continui, andando così a ledere in modo importante la stima di sè; e più è grave il disturbo e maggiore sarà con molta probabilità il peso che questi richiami negativi avranno su di lui. Considerate l’autostima come un palazzo, il quale è fatto da piani uno sopra l’altro. Un piano è la scuola, uno è lo sport, un altro sono le relazioni sociali, e così via. Se in un piano ottengo un successo questo si andrà a consolidare, viceversa se ottengo degli insuccessi si andrà a sgretolare. Il bambino con Dislessia rischia di avere insuccessi in diversi ambiti, ciò andando a sgretolare la propria autostima al posto di costruirla e consolidarla per la vita futura.
9. Reazioni: aggressive, passive o evitanti?
Il bambino con Dislessia di fronte allo stress “compiti-studio-scuola” può reagire in uno di questi tre modi. Aggressivo, nel comportamento o solo in modo verbale; Passivo, che accetta tutto ma senza impegno e dunque senza nessuna volontà di fare qualcosa in autonomia; Evitando la situazione, esempio “Non voglio andare a scuola!“. Poi vi è anche chi vive la propria Dislessia in termini di “sfida” ovvero di voler dimostrare di volercela fare. Ma è davvero una minima parte purtroppo non rappresentativa.
Importante: sono punti generici, per una diagnosi di Dislessia è necessario rivolgersi ad uno Specialista.
E tu, in quali e quante di queste situazioni riconosci tuo figlio, bambino o alunno? Scrivilo nei commenti e condividi questo articolo invitando ad una riflessione collettiva sulla Dislessia e a tutti i suoi aspetti neuropsicologici ed emotivi.
Dr. Gianluca Lo Presti
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Mio figlio dal quarto punto in giù. Ha fregato tutti proprio per il fatto che ha sempre letto bene e velocemente… Ma io sapevo che lo era, come suo padre. Cromosoma 15…
Io ci vedo mia figlia, 11 anni, prima media.
Come posso aiutarla ? A chi posso rivolgermi ?
Portala in un centro accreditato dalla tua regione o meglio ancora negli ospedali (se ci sono nella tua zona) dove fanno test logopedici e cognitivi per valutare se è un soggetto con Dsa. Io ad es l’ho portata in un centro privato dove ha fatto tutti i test ed è emerso che è dislessica e disortografica. Poi sono andata a visita intramoenia in ospedale dal neuropsichiatra che le ha dato la certificazione per fare il pdp a scuola. Il mio consiglio è comunque di non perdere tempo perché prima ti togli i i dubbi prima risolvi il problema. Ovviamente dopo la diagnosi sta facendo anche terapia.
sono sicuramente stata dislessica inoltre ho un figlio tale e quale e sono docente di sostegno alle superiori: quanti ne vedo! il problema è farsi capire dai colleghi che non capiscono. Ho dovuto più volte controbattere e difendere allievi… farei volentieri una legge che permetta ai docenti non adatti di poter non avere ragazzi dsa in classe. Elda
Esatto, questo dimostra che il problema è sempre la persona che non accetta o comprende il DSA (e non la categoria a cui si appartiene).
Mia figlia presenta svariati punt ma la sua insegnante a novembre mi ha detto di stare tranquilla che per loro al momento va tutto bene. È una gemella (monocoriale) e ho letto quanto sia facile che sia dislessica o comunque presenti un disturbo dell’apprendimento. È pure una prematura, nata di 925 gr a 27 settimane.
È tutto difficile per noi, ma ribadisco le maestre (sono bravissime, siamo in una scuola privata molto attenta alla DSA tant’è che la scuola ha pure un centro al suo interno) al momento non sono preoccupate quanto me.
Che fare?
Mia figlia è in seconda primaria ed essendo al secondo anno secondo il prof. Dice Dovrebbe impegnarsi di più, poiché frequenta una scuola portoghese crede che il suo problema derivi dal cambio della lingua ma lei molte volte anche in italiano a difficoltà ad esprimersi e dire semplici parole. Io non saprei sé é solo mancanza di voglia ma a parere mio è dislessica.
Oggi dovremo tornare a parlare con lui per trovare una soluzione, rivedo in molte cose mia figlia in questo testo e forse il prof. Non ha capito, spero che l’autostima torni.
E se si scopre DSA alle superiori? È possibile migliorare le prestazioni?
4 non comprende quello che legge…. 5 Scarsa memoria nel non ricordare parole e termini specifici (ma ciò che a lui interessa lo ricorda benissimo).
Bellissimo articolo, dovrebbero leggerlo tutti i genitori e insegnanti.Io sono madre di un ragazzino dislessico di tredici anni probabilmente, mi è stato detto che sono dislessica anche io. Mio figlio presenta tutti i punti dell’articolo ,ha la memoria di lavoro deficitaria e un disturbo semantico pragmatico.I primi anni di scuola sono stati tremendi, la sua autostima sotto zero, nonostante i pdp e gli strumenti compensativi, le insegnanti non sono in grado di fare comprendere la dsa ai compagni di classe e le continue risatine distruggono l’autostima.Io e il centro a cui mi sono rivolta abbiamo lavorato in maniera sinergica, ho preso in pugno la situazione e ne ho sempre discusso con le insegnanti, con il coach di rugby…oggi mio figlio è un ragazzino fiero di essere dislessico parla delle sue difficoltà e sfida continuamente se stesso per superarle.Vuole leggere in classe perché dice, solo così gli altri possono capire quanta fatica faccio per comprendere un testo, impara le poesie a memoria perché vuole arricchire il suo lessico…Dobbiamo essere noi genitori, insieme a voi a trovare le giuste strategie per i nostri figli. Ho imparato tantissimo in questi 13 anni e oggi dico FORTUNATAMENTE HO UN FIGLIO DISLESSICO!
Grazie davvero per questo meraviglioso messaggio.
Grande mamma e super bravo anche tuo figlio …la mia bimba ha 9 anni va in quarta … lei ha attraversato diverse fasi la paura e rifiuto poi l fase mi siedo e gli altri fanno x me e ora … fiera di essere dislessica cerca di fare da sola ma purtroppo x gli sforzi che fa i risultati sono minimi… cerchiamo di lavorare con logopedista e a casa perché a scuola non abbiamo un gran sostegno… hai qualche consiglio?
Incredibile, io in questo articolo non rivedo mio figlio o un alunno. Io rivedo me stessa, che a 28 anni ancora lotto contro i mulini a vento, contro le delusioni, e contro un sistema che ha dimenticato quegli adulti cresciuti in un periodo di totale ignoranza in materia. Lentezza nella lettura, difficoltà a ripetere, difficolta a ricordare, scarsa motivazione e autostima, disattenzione. Il periodo della scuola, il più brutto della mia vita. E cerco ancora risposte.