Discalculia: che cos’è, diagnosi e cosa possiamo fare

La discalculia, nota come disturbo del calcolo, è un disturbo specifico dell’apprendimento nella comprensione dell’aritmetica, come la difficoltà nel comprendere i numeri, nell’apprendimento di come manipolare i numeri e l’apprendimento dei fatti in matematica. La diagnosi che si formula è indipendente dall’intelligenza della persona.

Discalculia. Esempio di un errore ricorrente VIDEO

Cosa si intende per discalculia evolutiva?

La discalculia è una difficoltà nel comprendere i fatti numerici (abilitò di far di conto, capire il significato dei numeri). Si tratta di uno dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

Come usare la calcolatrice nella Discalculia

Linea del 20, eccellente sia nei compiti per casa che ne potenziamento del calcolo

Nella Discalculia la calcolatrice è due in uno. Da un lato è uno strumento “dispensativo”, in quanto dispensa dal conteggio a mente, dall’altro è anche uno strumento “compensativo” in quanto usandola compenso le difficoltà legate al calcolo a mente. Ma se i conti li fa la calcolatrice, il bambino come fa ad imparare? Ecco che diviene necessario spiegare, non solo che cos’è la Discalculia, ma anche come dobbiamo usare la calcolatrice per far migliorare il ragazzino ed evitare un de-potenziamento del calcolo.

Alcuni Genitori di bambini con Dislessia e DSA durante una relazione a cura del Dr. G. Lo Presti

Le difficoltà principali nel Disturbo Specifico del Calcolo riguardano la produzione o la comprensione della quantità numerica, il saper riconoscere i simboli numerici ed il saper eseguire le quattro operazioni di base. Più precisamente nella Discalculia abbiamo una significativa difficoltà ad acquisire l’automatismo del calcolo e/o dell’elaborazione dei numeri. Per approfondire abbiamo creato un articolo che ti mostra nel dettaglio la Discalculia Evolutiva, lo trovi QUI.

Ecco COME usare la calcolatrice nella Discalculia

Il contasemplice

La calcolatrice nella Discalculia va utilizzata in tutti gli esercizi in cui la cosa importante è la procedura, e non il conteggio. Il soggetto si concentra sulla procedura con la possibilità di provare ad automatizzare la procedura aritmetica. In futuro, e piano piano si può provare a toglierla sempre gradualmente. Se il soggetto sarà poi autonomo: bene. Se così non dovesse essere, ricordiamoci che siamo sempre di fronte ad una Discalculia Evolutiva, ovvero un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

Come fare per fargli apprendere il calcolo?

Un bambino impegnato in una valutazione specialistica con il Dr. G. Lo Presti

Come detto in precedenza si prova a dare sempre meno aiuto con la calcolatrice, questo però vale nei compiti per casa. Per far migliorare nel calcolo un soggetto con Discalculia, i compiti per casa, purtroppo non sono ne sufficienti e neppure la via maestra. Serve un potenziamento specifico del calcolo, con esercizi mirati e condotti in modo ben preciso da un operatore adeguatamente formato.

Se questo articolo ti ha aiutato in qualche modo, ti invitiamo alla condivisione.

Con un cordiale saluto

Dr. G. Lo Presti

DSA: Neuroscienza, Didattica ed Emozioni

Vediamo 6 lezioni in cui parliamo di DSA in termini di pura Neuroscienza, didattica del Piano Didattico Personalizzato, atteggiamenti di genitori ed insegnanti, e soprattutto delle Emozioni dei bambini e studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento.

Lezione 1 – Le basi scientifiche dei DSA

Scopriamo insieme la Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia in modo chiaro secondo gli attuali riferimenti scientifici.

Lezione 2 – DIS-uguali di fronte i DSA

In molti la pensano in modo diverso di fronte i DSA, scopriamo insieme i veri punti di vista. E tu, a quale appartieni?

Lezione 3 – FARE il PDP

Il Piano Didattico Personalizzato è lo strumento cardine dei DSA, ed affinché possa essere efficacemente applicato è necessario compilarlo come si deve. Vediamo i punti principali.

Lezione 4 – I DSA sono…

Sfatiamo alcuni miti errati sui bambini con Dislessia e DSA

Lezione 5 – Nei DSA guardiamo motivazione e Impegno?

Motivazione e impegno: due variabili spesso sconosciute nei bambini con Dislessia e DSA. Impariamo invece a riconoscerle.

Lezione 6 – I DSA sono scienza e…

Posa tutti gli appunti ed ascolta questa storia…


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La Discalculia Evolutiva: errori e profili

In questo articolo approfondiamo il Disturbo Specifico del Calcolo osservandone insieme le tipologie di errori che possiamo trovare nei vari profili di Discalculia.

La discalculia evolutiva: definizione e classificazione

Analizzando lo stato delle conoscenze sulle funzioni alla base del sistema del calcolo, tra poco scopriremo che anche la stessa abilità di calcolo,
come la lettura e la scrittura, sembra dipendere da una serie molto complessa di competenze cognitive e neuropsicologiche.

Ipotesi e modelli cognitivi e neuropsicologici

I modelli cognitivi e neuropsicologici hanno come obbiettivo principale quello di identificare l’architettura generale del sistema di elaborazione del numero e del calcolo, e descrivono un sistema complesso in cui la disfunzione di alcune parti si può tradurre in specifiche difficoltà di calcolo.

Tipo di discalculia sulla base dell’osservazione degli errori commessi da bambini con difficoltà di calcolo.

1) La discalculia per le cifre è caratterizzata da difficoltà nell’acquisizione dei processi lessicali sia nel sistema di comprensione del numero
che di produzione del calcolo. Temple descrive al riguardo il caso di un
bambino discalculico di 11 anni. L’analisi degli errori commessi in compiti
di ripetizione, scrittura e lettura, sia di numeri arabici, che di numeri
espressi in codice verbale, evidenzia uno specifico pattern di errore. Gli
errori sono del tipo:
34 = sessantasei;
1 = nove;
8483 = ottomilaquattrocentoottantaquattro
La processazione sintattica risulta completamente intatta, mentre risulta compromessa la processazione lessicale preposta alla selezione e
al recupero dei singoli elementi lessicali. Tali evidenze permettono di formulare alcune ipotesi sull’organizzazione della processazione numerica in età evolutiva:

– il lessico dei numeri costituisce un ambito autonomo rispetto al linguaggio;
– i meccanismi di processazione lessicale sono funzionalmente indipendenti dai meccanismi di processazione sintattica;
– l’accesso lessicale, è influenzato dalla posizione;
– i «dici» o «tens», i numeri dall’11 al 19, costituiscono una classe
lessicale distinta.


2) La discalculia procedurale è caratterizzata da difficoltà nell’acquisizione delle procedure e degli algoritmi implicati nel sistema del calcolo.
Temple descrive il caso di un ragazzo discalculico di 17 anni che non presenta nessun tipo di difficoltà nell’area della processazione numerica (lettura e scrittura di numeri arabici, lettura e scrittura di numeri espressi in codice verbale), e neppure nella conoscenza dei fatti aritmetici, ma la cui
capacità di applicare correttamente le procedure di calcolo risulta molto
compromessa: commette sia errori di riporto, che di incolonnamento, e
di prestito. La conoscenza procedurale sarebbe dunque distinta dalla processazione numerica e dalla conoscenza dei fatti numerici. E le componenti stesse della conoscenza procedurale potrebbero essere selettivamente compromesse.


3) La discalculia per i fatti aritmetici è caratterizzata da difficoltà nell’acquisizione dei fatti numerici all’interno del sistema del calcolo. Temple
descrive il caso di una ragazza discalculica di 19 anni, la cui capacità di
elaborazione dei numeri è intatta, così come la conoscenza delle procedure di calcolo, mentre risulta compromesso il recupero dei fatti aritmetici.
L’analisi degli errori commessi ha evidenziato due differenti tipi di errore: gli errori di «confine» determinati dalla inappropriata attivazione di altre tabelline confinanti (come per esempio 6  3 = 21) e errori di «slittamento» in cui una cifra è corretta, l’altra è sbagliata (come per esempio 4  3 = 11).
Se le ricerche della Temple sono riuscite a descrivere possibili tipologie di discalculia evolutiva, caratterizzando ciascuna di esse in riferimento alle cause e alle condizioni neuropsicologiche alla base del disturbo
stesso, va comunque evidenziato che tutt’oggi manca una modalità condivisa dai diversi autori per analizzare le cause delle difficoltà implicate nei disturbi di calcolo.

Errori nel sistema del calcolo.

Rispetto all’intervento riabilitativo e al recupero delle difficoltà specifiche di elaborazione del numero e del sistema di calcolo, la letteratura ha
prevalentemente proposto una prospettiva che individua il tipo di intervento da effettuare a partire dall’analisi dell’errore manifestato dal soggetto.
Tale analisi consente infatti di riconoscere le componenti di elaborazione
coinvolte nel disturbo.
In sintesi, richiamando le classificazioni proposte gli errori nel sistema di calcolo sono stati attribuiti a differenti tipi di difficoltà:
– errori procedurali e di applicazione di strategie;
– errori nel recupero di fatti aritmetici;
– difficoltà visuo-spaziali.

Errori procedurali e di applicazione di strategie

Ne sono esempio gli errori di quei bambini che pur avendo appreso
procedure di conteggio facilitanti, si aiutano ancora con procedure più immature. Nell’operazione 2 + 5 partono da 2 per aggiungere 5 invece che porre l’addendo più grande come punto di partenza.
Quando anche le più semplici regole di accesso rapido, come
N  0 = 0 oppure N + 0 = N, non sono interiorizzate abbastanza, allora è possibile confondere l’applicazione della seconda regola per la prima e l’uso di queste norme procedurali in genere (ad esempio in 8  0 = 8 viene scambiata la regola del prodotto con quella dell’addizione; in 8 – 8 = 1
non è applicata la procedura N – N = 0). Data l’incapacità di usufruire di tali regole di facilitazione il sistema di memoria può iniziare a sovraccaricarsi di informazioni che invece potrebbero essere «sintetizzate». Questo significa un notevole dispendio di energie cognitive nel caso di compiti più complessi rispetto alle operazioni entro la decina.

Errori nel recupero dei fatti numerici

Una tipologia di errori particolarmente frequente nella discalculia evolutiva riguarda il recupero di fatti aritmetici dalla memoria a lungo termine. I modelli che consentono di spiegare tali errori sono per lo più i «modelli a rete».
Le conoscenze aritmetiche sono simili ad
altre conoscenze elaborate dalla memoria a lungo termine, e questo sia
nella loro rappresentazione in memoria, sia nei processi usati per accedere alla conoscenza. I fatti aritmetici semplici sono rappresentati nella memoria in una rete organizzata di informazioni che vengono recuperate attraverso un processo di attivazione che si diffonde, così come è assunto
nel funzionamento della stessa memoria semantica. Nella rete, ciascuna
associazione tra un compito aritmetico e la sua risposta è rappresentata
in termini di forza o grado di accessibilità. La forza con cui i nodi sono
immagazzinati e interconnessi è funzione della frequenza di presentazione
e dell’esercizio, specialmente nelle prime fasi dell’apprendimento.
Gli errori di recupero dei fatti aritmetici in memoria a lungo termine
possono dunque dipendere da errate associazioni tra i compiti aritmetici
e la loro specifica risposta.
Secondo alcuni Autori errori di recupero diretto dei risultati possono derivare dall’immagazzinamento degli stessi: la
loro memorizzazione infatti si rafforza ogni volta che il soggetto produce
una determinata risposta per l’operazione data, e ciò avviene anche se la
risposta è errata. Nelle ripetizioni successive dell’operazione il recupero dello stesso risultato sarà coerente con la sua memorizzazione, anche quando vi sia un’associazione errata tra l’operazione e il risultato scorretto.
Un tipo di errore frequente descritto al riguardo è ad esempio la confusione tra il recupero di fatti aritmetici di addizione con quelli di
moltiplicazione:
5 + 5 = 25;
3  3 = 6.

Le difficoltà visuo-spaziali

In cui una difficoltà a rilevare il dettaglio visivo possa compromettere il riconoscimento dei segni di operazione (ad es. + e – ).

La difficoltà visuo-spaziale può comunque riguardare non soltanto
aspetti percettivi ma diversi livelli di organizzazione dei dati implicati soprattutto nella scrittura di un’operazione: se un bambino ha difficoltà ad
acquisire i concetti «da destra a sinistra», «dal basso verso l’alto», ecc.,
presumibilmente incontrerà maggiori difficoltà nell’incolonnamento dei numeri e nel seguire la direzione procedurale, sia in senso orizzontale che
verticale. Questa confusione spaziale è facilmente riconoscibile perché
porta a far iniziare a caso un’operazione, a scrivere indifferentemente da
sinistra a destra, o viceversa i risultati parziali, quindi a sorvolare sulle regole di prestito e riporto. Al contrario non coinvolge affatto i processi di
calcolo orali.

Fonte: Lucangeli D., Tressoldi P. E. (2001), La discalculia evolutiva , in “Psicologia Clinica dello Sviluppo, V, 2, 2001, pp.143-163 Scarica l’articolo

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Aiutare mio figlio con Dislessia: 7 lezioni GRATUITE

Se sei un genitore o un operatore DSA e cerchi il modo di aiutare tuo figlio (o i bambini che segui) nello studio pomeridiano, allora queste lezioni sono adatte a te.

Spesso le difficoltà che riscontriamo possono essere di due tipi: quelle incontrate il pomeriggio e quelle che si verificano a scuola. Infatti, se lo studio a scuola fosse fatto in modo adeguato (come ad esempio applicazione completa e precisa del PDP, Leg. 170/10, in classe) a casa il lavoro sarebbe decisamente più semplici. Ma è vero anche l’opposto, ovvero, qualora a scuola abbiamo la piena collaborazione, questa rischia di vanificarsi se il pomeriggio non aiuto il bambino con Dislessia e DSA nel modo corretto.

Va però anche sottolineato che dal lavoro pomeridiano non possiamo pretendere miracoli. Ciò in quanto il bambino affronta lo studio dopo la mattinata di studio e delle attività ludiche o sportive sarebbero l’ideale. Motivo per cui ottimizzare il tempo e la modalità di studio con delle strategie efficaci per Disturbi Specifici di Apprendimento è di certo la via maestra.

12In tal senso abbiamo creato un Corso OnLine con la possibilità di rivedere le lezioni e contatto diretto con il Dr. Gianluca Lo Presti, sul Metodo di Studio nella Dislessia e DSA. Lo trovi QUI. In cui imparerai non solo i passi per un buon metodo di studio con tuo figlio dislessico, ma anche gli strumenti compensativi nei DSA, come incentivare la motivazione e strategie educative associate. Il tutto interamente condotto dal Dr. Lo Presti, e lo trovi disponibile ancora per pochi posti, QUI.

Lo stesso Dr. Lo Presti ha preparato per noi queste 7 lezioni GRATUITE qui di seguito in cui parleremo di che cos’è davvero la Dislessia dal punto di vista scientifico, ma anche dei bambini che invertono le lettere, la presa della penna, gli errori ortografici, il PDP a scuola e come compilarlo in modo efficace e parleremo anche di motivazione ed alla fine non perderti una bellissima lezione-intervista su tutti i DSA con materiale pratico, ecco, le trovi qui:

 

Ti sono piaciute queste indicazioni? Allora condividi e se vuoi partecipa pure tu al corso OnLine sul Metodo di Studio nella Dislessia e DSA, lo trovi QUI.

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Come risolvere le espressioni con programma on-line

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Link: http://www.risolviespressioni.it/ 

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Tutti i Dettagli per Genitori e Operatori.


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Introduzione alla Discalculia (Video)


Un videoLive in cui parliamo di Discalculia Evolutiva in modo introduttivo

Nel dettaglio:

– Incidenza Discalculia
– Importanza “emotività” nella Discalculia
– Strategie verbali vs “Intelligenza numerica”
– Sviluppo del Calcolo

 

Ecco i nostri corsi online per Dislessia e DSA: https://gianlucalopresti.net/dsa-academy/



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PortaTabelline – Compensativo Discalculia

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Una mamma ed insegnante di nome Maria mi scrive:

“Questo è’ lo strumento compensativo che ho elaborato per mia figlia. È’ sempre un portachiavi che ha vicino all’astuccio e che le permette di non dissipare le sue risorse nel recupero di informazioni in memoria investendole invece con la memoria procedurale per la risoluzione delle moltiplicazioni e divisioni”.
Ovviamente è un’idea geniale, utile e simpatica per avere un supporto continuo nei casi di Discalculia o Difficoltà nel calcolo.
E’ molto semplice da realizzare, basta stampare un foglio in A4 con le tabelline qui di seguito:
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Farle plastificare in qualsiasi centro stampe, ritargliarle con un buco di lato per l’ingresso del portachiavi ed il vostro PortaTabelline sarà pronto.
Siamo certi che sarà utilissimo.

Ecco i nostri corsi online per Dislessia e DSA: https://gianlucalopresti.net/dsa-academy/


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Come far apprendere le tabelline con il “Robot/Aiuto calcolo”.

Una delle strategie didattiche che meglio può motivare un bambino di scuola nell’apprendimento del calcolo è tramite l’uso di strumenti semplici ma interattivi.

Una grande difficoltà a scuola primaria è rappresentata dal come far imparare le tabelline di matematica. Se poi sono presenti in classe bambini con discalculia oppure con difficoltà nel calcolo, insegnare loro un modo per l’apprendimento delle dieci tabelline appare ancora più problematico. Sono presenti vari metodi su come far imparare le tabelline ai bambini. Qui trovate materiale gratuito sulla discalculia. Adesso però vorrei parlarvi del  robottino di aiuto per le moltiplicazioni. Lo possono utilizzare tutte le maestre ed i genitori che vogliono aiutare i loro alunni che figli nell’apprendimento delle tabelline.

Fase 1 -> Creazione della tabellina.

Prenderemo ad esempio la tabellina del 10.

Prendiamo un foglio, e per ogni tabellina mettiamo 3 colonne.

Colonna 1 SOLO un elenco di “10”.

Colonna 2. Primo posto VUOTO dal secondo in poi “0”, poi “10”, etc. Se fosse la tabellina del 3 sarebbe “0”, poi “3” poi “6”. Insomma tutta la tabellina.

Colonna 3. Semplicemente i numeri da “1” a “10”.

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Fase 2 -> Creazione del Robot.

A questo punto facciamo disegnare un ROBOT con due occhi forati ed una bocca (all’altezza dei numeri della seconda colonna).

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Il Robot/Aiuto per le tabelline. Grazie a mamma Annie per la segnalazione ed alla docente di sua figlia per la realizzazione.

A questo punto possiamo far esercitare a trovare la soluzione al robot, in ripetizione, finchè non vi saranno automatizzate le tabelline.

Per altre strategia leggi: “Alcune strategie per imparare tutte le tabelline” QUI.


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Tutti i Dettagli per Genitori e Operatori.


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3 consigli inizio scuola (ringraziamenti settembre 2016)

Siamo oltre 42Mila utenti attivi su questa pagina (qui: facebook.com/blog.gianluca.lopresti settembre 2016  ), per ringraziarvi, vorrei darvi 3 consigli immediati per iniziare al meglio il nuovo anno scolastico.

Il nostro sito web: https://gianlucalopresti.net/

Tutti i video con guide e aiuti per #Dislessia e #DSA:https://www.facebook.com/blog.gianluca.lopresti/videos

La calcolatrice parlante la trovate qui:
https://www.amazon.it/CALCOLATRICE-PARLANTE-IT…/…/B00QU3URAO


Ho scritto un libro per voi con tutti i miei consigli, si chiama “Nostro figlio è dislessico”, manuale di autoaiuto per genitori con figli con Dislessia e DSA, lo trovi QUI.

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E se non fosse solo pigro e svogliato?

Solitamente, una delle prime cause che un genitore attribuisce a questa situazione è che al bambino «lo studio non interessa, ha la testa sempre su altro, non è maturo per studiare, pensa sempre e solo a giocare».

Nonostante gli insegnanti cerchino di stimolare l’attenzione degli allievi e le scuole si dotino sempre più di adeguati supporti didattici e multimediali, lo studio, nel suo complesso, non incontra l’interesse di tutti gli studenti.

Tutto ciò si complica nel caso di alunni con difficoltà nell’apprendimento scolastico, la cui fatica è oggettivamente maggiore rispetto a quella dei compagni di classe. Spesso però accade che insegnanti e genitori attribuiscano la causa di queste difficoltà a motivazioni quali, ad esempio, «non gli piace studiare e, quindi, non riesce nello studio». Rovesciando la prospettiva, il dubbio che dovremmo porci, invece, è: a) non gli piace studiare e dunque non riesce nello studio?; oppure b) visto che non riesce nello studio, non gli piace studiare?

Chiunque di noi, del resto, messo di fronte a delle prove in cui fallisce, spesso o ogni giorno, perderà con ogni probabilità interesse verso quelle stesse prove.

Prima di capire in quali modalità e con quali strumenti i genitori possono aiutare e sostenere nello studio i propri figli con DSA, si fornisce, alla fine del capitolo, un breve questionario (Scheda 1.1) per indagare le loro aspettative nei confronti del rendimento scolastico, dello svolgimento dei compiti e del futuro formativo dei loro ragazzi.

(Tratto dall’anteprima di “Nostro figlio è dislessico”).

Da qui nascono molti dubbi e domande, come, ad esempio: Perché accade questo?, Cosa ha mio figlio?, Come posso aiutarlo?

 

Così, ho scritto un libro per voi con tutti i miei consigli, si chiama “Nostro figlio è dislessico”, manuale di autoaiuto per genitori con figli con Dislessia e DSA, lo trovi QUI.

 

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Genitori: vi siete mai trovati in questa situazione?

Lasciate che vi racconti una storia.

In seconda elementare G. si era fatto ancor più nervoso e irritabile, a tratti pieno di rabbia e permaloso, mentre i rapporti con i compagni peggioravano. La differenza con il resto della classe si era fatta evidente. Anche a casa la situazione non era allegra: la sua resistenza si era fatta più forte e usava tattiche di tutti i tipi per evitare di fare i compiti. Lasciava libri e quaderni a scuola o tornava senza penne, senza colori, senza astuccio. Glieli ricompravo, e li perdeva di nuovo. Una vera disperazione. Ogni tanto svolazzava qualche quaderno o scappava qualche urlo, insieme alla pazienza. Mi sarebbe servita una «mamma di sostegno», o almeno qualcuno che mi spiegasse come aiutarlo. Ero sola e un po’ sconfortata. Il papà, un po’ perché allergico alle attività scolastiche, un po’ per la preoccupazione di rivedere come in un piccolo specchio il riflesso di personali sofferenze tra i banchi, si teneva fuori. Non riuscivo a capire cosa gli impedisse di imparare a leggere e a scrivere come gli altri, cosa lo portasse ad avere un rapporto così faticoso con la scuola.

Il racconto è di Anna Di Lauro (2012), una mamma con un figlio con DSA. Vi siete mai trovati in questa situazione?

Sappiate che non siete i soli, perché sono molte le storie simili a queste che ascolto ogni giorno quando ho di fronte un genitore che elenca tutte le difficoltà che incontra con il proprio figlio, anche solo dall’iniziare a fargli eseguire i compiti a casa, sino ai problemi nell’apprendimento della lettura, scrittura o calcolo. Da qui nascono molti dubbi e domande, come, ad esempio: Perché accade questo?, Cosa ha mio figlio?, Come posso aiutarlo?

 

Così, ho scritto un libro per voi con tutti i miei consigli, si chiama “Nostro figlio è dislessico”, manuale di autoaiuto per genitori con figli con Dislessia e DSA, lo trovi QUI.

(tratto dall’anteprima pubblica del testo, qui)


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Strumenti compensativi per DSA: a te la scelta

Prima dell’elenco completo vorremmo far passare un messaggio importantissimo:

Gli strumenti compensativi, non vanno consigliati “a valanga”: sia perché poi tutti non si usano e sia perché è giusto usarne pochi ma buoni. Ma, soprattutto, non vanno neppure accantonati.

Strumenti compensativi

Dato che al dislessico serve attivare più canali sensoriali insieme e che i DSA sono generalmente bravissimi a usare i mezzi forniti dalla tecnologia, si possono usare in classe degli strumenti compensativi tecnologici:

  • LIM = lavagna interattiva multimediale;
  • PC con videoproiettore;
  • registratore (CD, MP3);
  • Smart Pen (penna “intelligente” che registra, e recupera la voce del docente, digitando una parola);
  • dizionario elettronico.

Senza trascurare gli strumenti compensativi non tecnologici:

  • lettura ad alta voce (eseguita dal docente o dai compagni),
  • schemi, riassunti, mappe,
  • aumento del tempo a disposizione,
  • abitudine a porre quesiti “dal posto” per monitorare gli apprendimenti.

Anche a casa, il DSA può utilizzare strumenti compensativi tecnologici:

  • PC con correttore ortografico;
  • sintesi vocale;
  • software specifici (testi digitali, mappe);
  • strumenti per l’audio: registratore, lettori Mp3;
  • Internet;
  • dizionario elettronico;
  • traduttore.

E non tecnologici:

  • schemi propri;
  • appunti del docente o dei compagni;
  • tavole con le regole grammaticali;
  • tabelle verbali con paradigma irregolare;
  • affiancamento per lo studio pomeridiano.

Trovate tutti gli strumenti compensativi caso per caso nel libro “Nostro figlio è dislessico”, lo trovi qui.

Il dizionario elettronico

Il dizionario elettronico contiene tutte le voci tradotte dalla lingua straniera all’italiano e viceversa; funziona come correttore ortografico, risolve cruciverba e anagrammi, ricerca verbi frasali, funge da calcolatrice e da convertitore. Il dispositivo è utile a casa e per le verifiche in classe. Viene incontro alle esigenze espresse dai docenti; infatti è un sistema chiuso: non si collega al web e non si possono caricare altri contenuti.

Il libro digitale e la penna intelligente

Il libro digitale e la penna intelligente si usano in classe con la LIM e a casa con il PC. La penna scrive su qualsiasi foglio, trasferisce le note al PC, converte scritture a mano, memorizza disegni, note, musica, …

È possibile sfogliare le pagine digitali, attivare contributi audio e video, effettuare autovalutazioni con esercizi interattivi, interagire con le immagini, scaricare materiale supplementare dal web.

Software

Molti software sono gratuiti, per esempio alcuni di quelli che si possono usare per fare mappe mentali, concettuali e schemi (VUE, CMapTools, Freemind) e per la sintesi vocale (Balabolka, Dspeech, LeggixMe, ReadSpeaker). Tra questi, per esempio, ReadSpeaker  (vocalizzazione) è un servizio online basato su server esterno che permette la lettura ad alta voce di un testo da siti web. Esistono anche diversi software non gratuiti, come Highlighter, Superquaderno, Supermappe, Carlo II, Carlo Mobile.

Il rapporto tra docente e studente

È importante che si instauri un rapporto costruttivo tra docente e studente: quindi è fondamentale condividere gli obiettivi, esplicitare le modalità degli esercizi, sostenere costruttivamente, evitare l’approccio punitivo e non rinforzante, abituare gli alunni all’autocorrezione e all’autovalutazione. Ricordiamoci che tutto ciò che non è vietato è permesso e va a vantaggio di tutta la classe; queste strategie sono per la maggior parte valide per tutti gli studenti perché incrementano l’attenzione di tutta la classe, rendono più coinvolgente la lezione frontale, stimolano la partecipazione attiva degli studenti.

Il dislessico, poi, trarrà vantaggio da accorgimenti particolari, che è bene sintetizzare:

  • fornire e favorire l’uso di schemi, mappe mentali e mappe concettuali, anche su supporto digitalizzato e incentivarne l’uso durante le interrogazioni per favorire l’esposizione;
  • permettere allo studente di esercitarsi in situazioni simulate con il compagno nel ruolo dell’insegnante;
  • consentire la libera circolazione degli appunti in classe;
  • astenersi dal richiedere uno studio mnemonico e nozionistico con termini tecnici difficili o parole a bassa frequenza da ricordare;
  • collaborare con i docenti tutor pomeridiani, concordando obiettivi;
  • prestare attenzione alla gestione del diario (insegnanti);
  • prestare attenzione alla gestione del tempo (genitori);
  • adottare un libro di testo utilizzabile con la LIM, Lavagna Interattiva Multimediale.

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(articolo originale su: http://is.pearson.it/dsa/misure-dispensative-e-strumenti-compensativi-per-i-dsa/   ).

 

Compiti per casa DSA: strategia cardinalità

Una delle modalità dispensative per DSA è il “ridotto carico di lavoro”, ovvero principalmente, meno compiti per casa.

Perché un DSA dovrebbe fare meno compiti per casa, ne parliamo qui (link). In breve fa meno compiti per casa sia perché faticando il doppio degli altri impiega il doppio del tempo e sia perché spesso effettua sedute di potenziamento delle abilità o esercizi di recupero a casa, oppure studia attraverso software attraverso cui impiega molto tempo per studiare.

Quando ci si mette d’accordo, tramite il PDP, su quanti compiti far fare per casa, una delle strategie che si possono usare è quella della “Cardinalità”, ecco come funziona.

Prima di tutto, in fase di stesura del PDP mettiamo una regola chiara, ovvero che i compiti per lo studente con DSA saranno quelli contrassegnati o indicati per tutti come “importantissimi”.

Dunque, lasciamo i compiti per casa in un ordine preciso di importanza, ad esempio lasciamo 10 esercizi di matematica, di cui i primi 5 “importantissimi”; oppure 5 esercizi di grammatica, di cui i primi 3 “importantissimi”.

Insomma, lasciamo a tutti gli stessi compiti ma sottolineando che (ad esempio) i primi 4, 7 o 9 esercizi sono quelli “importanti”.

Cosa otteniamo con ciò?
a ) Niente compiti differenziati con il resto dei compagni;
b ) Che uno studente con DSA, se vuole (a causa di una condizione di DSA lieve, buona compensa; alta motivazione, etc), può anche fare un numero maggiore di esercizi di quelli prestabiliti;
c) Se presenti due o più soggetti con un PDP in classe (DSA o altri BES) allora l’insegnante con un unico metodo potrà assegnare i compiti per tutti.

Facciamo un altro esempio, vi lascio adesso un compito, ovvero quello di suggerire o di inviare questo post a 5 vostri amici o colleghi, di cui però quelli importanti siano almeno 3, ovvero coloro con i quali sia “importantissimo”, condividere o far conoscere questa strategia.

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Perché un DSA deve fare meno compiti per casa?

Come previsto dal DM 5669 del 12 luglio 2011 (pag. 7), ovvero nelle linee guida per DSA a scuola (le trovi qui), abbiamo per gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento una riduzione legale del carico di lavoro. Questo sia a scuola che a casa.
In questo articolo vedremo perché un alunno con DSA ha una forte necessità di avere una riduzione dei compiti per casa.
Lo studente con DSA fa meno compiti per casa sia perché faticando il doppio degli altri impiega il doppio del tempo e sia perché spesso effettua sedute di potenziamento delle abilità o esercizi di recupero a casa, oppure studia attraverso software attraverso cui impiega molto tempo per studiare.

Vediamo di entrare più nel dettaglio:

Ecco perchè vi sono meno compiti per casa per gli studenti con Dislessia e DSA.

Come abbiamo già visto c’è questa stanchezza ed anche altro lavoro da fare, e dunque la normativa parla chiaro: meno compiti per casa per gli studenti con Dislessia e DSA. Ma c’è anche un altro motivo, forse il più importante, si chiama “valorizzare l’apprendimento”.
Visto che siamo di fronte ad un Disturbo Specifico dell’-Apprendimento- (sottolineo “apprendimento”), abbiamo difficoltà ad apprendere i concetti scolastici tramite vie specifiche (come la lettura, l’ortografia, etc). Ciò significa che servono altre vie. Molte di queste strategie le ho descritte nel libro “Nostro figlio è dislessico”, manuale di autoaiuto per genitori con figli con dislessia e DSA (lo trovi qui).
Una di queste è, ad esempio, l’uso delle mappe concettuali (qui ho messo un tutorial per l’uso dei software gratuiti per le mappe).
Ad esempio, per strutturare in modo efficace una mappa concettuale devo:
1-Leggere il contenuto del testo al bambino per una o due volte
2-Chiedere un breve riassunto orale di ciò che si è ascoltato
3-Realizzare una mappa concettuale insieme al bambino
4- Leggere ancora una volta il testo mentre il bambino segue la lettura sulla mappa concettuale 
5-Ripetizione da parte del bambino del testo studiato tramite mappa concettuale
E poi? E poi vi sono le ripetizioni su ripetizioni, la mancata memorizzazione, la ricerca continua, giornaliera e spesso sfiancante di strategie alternative per imparare.
E ciò perché? Perché appunto vi sono difficoltà nell’apprendimento, dunque serve molto più tempo, serve più fatica, serve trovare strategie su strategie, ovvero, serve, soprattutto, valorizzare ciò che il soggetto sta apprendendo, dunque l’accumulo di compiti su compiti, non serve a nulla.

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Tavole nel Quaderno: Pitagorica e 4 Caratteri

Ecco uno strumento compensativo per i Disturbi Specifici di Apprendimento a scuola primaria.

Si tratta di due tavole.
La tavola pitagorica per la Discalculia, da ritagliare ed inserire in alto, creando una linguetta da incollare sul quaderno.
E poi la Tavola dei 4 caratteri, importantissima per distinguere le lettere. Anche qui si crea una linguetta da incollare sul quaderno.

Con questo sistema si potrà lavorare sui compiti avendo sempre in evidenza le due tavole senza perdere tempo nel cercarle.

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E su twitter: https://twitter.com/GianLoPresti 

Suggerimenti sul potenziamento delle abilità di apprendimento nei DSA

Come migliorare le abilità di lettura, ortografia, grafia e calcolo, li trovi nell’innovativo manuale di autoaiuto per genitori di bambini con Dislessia e DSA “Nostro figlio è Dislessico” ecco la scheda tecnica
Ordinalo al Numero verde, solo per ordini.
800 844052 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19
il sabato dalle ore 8 alle 12

Il contasemplice

Il contasemplice è uno strumento didattico da far utilizzare in classe ed a casa durante lo svolgimento degli esercizi. Ha come obiettivo quello di migliorare ed automatizzare le abilità di conteggio a scuola primaria.

Vediamo come realizzarlo e come utilizzarlo con i nostri figli ed alunni.

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Serve una forbice, un taglierino ed un pennarello con punta fine.

Nel cartoncino bianco grande realizzeremo i numeri da 1 a 100 per decine, ovvero

1   2   3   4   5   6   7   8   9   10

11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

ognuno di questi numeri vanno inseriti in dei quadrati.

Nel cartoncino colorato (nell’esempio è verde) ritagliamo una casella al centro, e creiamo quattro finestrelle come nella foto.

-> LESS lo traduciamo con “Meno”, MORE “Più”.

Dunque indietro sarà MENO 1 ; AVANTI sarà PIù 1

SOPRA sarà MENO 10

SOTTO sarà PIù 10

Utilizzo

Durante i compiti e gli esercizi l’alunno potrà eseguire i conteggi con questo cartoncino, sarà cura del docente dettare esercizi in cui il soggetto potrà fare conti come +1; -1; +10; -10.

Nella foto esempio potrebbe fare

54 + 1;

54 -1;

54-10;

54+10

Spero che vi sia utile. Altre strategie li trovi sulle nostre pagine FACEBOOK e TWITTER

Oppure scopri il Manuale di Autoaiuto per genitori di bambini con Dislessia e DSA che ho scritto per voi “Nostro figlio è dislessico”, eccolo QUI

“Nostro figlio è dislessico” video con Gianluca Lo Presti


“Nostro figlio è dislessico” è un libro di Gianluca Lo Presti.
Manuale di autoaiuto per genitori di bambini con Dislessia e DSA
Ecco dove trovare il testo Scheda Libro “Nostro figlio è dislessico”, Ed. Erickson

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Frutto di anni di pratica professionale diretta, il volume nasce con lo scopo di rendere i genitori:
• informati sui cambiamenti normativi in materia di DSA;
• in grado di riconoscere i fattori di rischio e i sintomi;
• consapevoli delle risposte che lo specialista deve fornire alla conclusione del percorso diagnostico;
• condividere con gli insegnanti il Piano Didattico Personalizzato;
• gestire la delicata attività dello studio a casa;
• prevenire gli effetti secondari del disturbo sul piano emotivo, motivazionale e relazionale.
Pensato per le famiglie, il volume può fornire anche a psicologi e docenti indicazioni operative e un ampio panorama di strumenti didattici e interventi di recupero, grazie soprattutto a un linguaggio chiaro e ai numerosi suggerimenti pratici e consigli di esperti.

INDICE

Presentazione (Claudio Vio)
Introduzione

PRIMA PARTE – Capire e affrontare i Disturbi Specifici di Apprendimento
– Le difficoltà di apprendimento che un bambino incontra a scuola
– Disturbi Specifici di Apprendimento: domande & risposte
– Tutto sulla diagnosi di DSA
– Dopo la diagnosi di DSA

SECONDA PARTE – Aiutare uno studente con DSA nell’apprendimento scolastico
Pianificazione delle attività di studio e tecniche motivazionali
– Strategie di studio per i DSA
– Potenziare le abilità di apprendimento
– Attività dispensative e strumenti compensativi
– Autonomia di studio nei DSA
– Le 3 cose da ricordare dopo aver letto questo libro

Bibliografia
Appendici

Scopri l’anteprima -> PDF con 18 pagine del testo 


Per ordinare il libro “Nostro figlio è dislessico” chiama il Numero verde delle Edizioni Erickson (solo per ordini) al 800 844 052 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19
il sabato dalle ore 8 alle 12.